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Ecco cosa accade poco prima e poco dopo la morte
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Se la morte è una delle poche certezze della vita, uno dei misteri antropologici che da sempre …
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nuovo evp
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Il Nirvana in terra secondo le antiche scritture Upanishad
2 partecipanti
Il Nirvana in terra secondo le antiche scritture Upanishad
Cosi stà scritto nelle scritture antiche e sacre della cultura induista più antica.
Scritte 5.000 anni or sono su foglie secche di banano e infilate in "Canestri" (da cui deriva anche la denominazione dei capitoli del più recente Canone Pali del Buddha), esse furono tramandate oralmente da maestro a discepolo migliaia di migliaia anni prima, si presume da ricerche anche oltre 50.000 anni or sono.
Ora vi dirò la Nirvana Upanishad.
Il Paramahamsa * dice: Io sono Quello, il Brahman.
Gli asceti Sannyasi che portano interiormente i segni della rinuncia proteggono il territorio in cui l'ahankara, ovvero il senso di identificazione come corpo materiale, viene distrutto, senza dimenticarsene mai più.
Le loro conclusioni sono indivise e unite per sempre come lo sono lo Spazio in ogni suo punto, come il fiume creativo dalle onde immortali, essi sono con tono imperituro e libero da ogni tipo di condizionamento materiale e animistico.
Onorano il Rishi, ovvero il Brahman Maestro
, raggiunto e realizzato e libero dai dubbi del vivere umano e semidivino,
onorano solo l'Essere divino che è la massima felicità, suprema, e sono quindi liberi da ogni legame materiale basato sul corpo e pensiero razionale.
La loro conoscenza è libera dalla dualità di bello e brutto, di male e bene ecc., essi studiano le scritture più elevate e sono
completamente distaccati e indipendenti da rituali, dogmi e altre concezioni mentalistiche.
Il loro unico impegno è rivelare la conoscenza che combatte l'illusione dell'identificazione materiale con una dedizione che porta gioia e progresso a chi impara da loro.
Il loro aspetto è benefico dodici volte più del sole
,
l'intelligenza discriminante che distingue la conoscenza Sat dall'ignoranza Asat è la loro protezione, la compassione è la
loro gioia e la felicità è il loro ornamento.
La sala dove ricevono udienza dalla felicità suprema è una piccola grotta, ovvero l'incavo del loro cuore fisico e spirituale, e non si preoccupano minimamente delle posizioni fisiche dello Yoga.
Scritte 5.000 anni or sono su foglie secche di banano e infilate in "Canestri" (da cui deriva anche la denominazione dei capitoli del più recente Canone Pali del Buddha), esse furono tramandate oralmente da maestro a discepolo migliaia di migliaia anni prima, si presume da ricerche anche oltre 50.000 anni or sono.
Ora vi dirò la Nirvana Upanishad.
Il Paramahamsa * dice: Io sono Quello, il Brahman.
Gli asceti Sannyasi che portano interiormente i segni della rinuncia proteggono il territorio in cui l'ahankara, ovvero il senso di identificazione come corpo materiale, viene distrutto, senza dimenticarsene mai più.
Le loro conclusioni sono indivise e unite per sempre come lo sono lo Spazio in ogni suo punto, come il fiume creativo dalle onde immortali, essi sono con tono imperituro e libero da ogni tipo di condizionamento materiale e animistico.
Onorano il Rishi, ovvero il Brahman Maestro

onorano solo l'Essere divino che è la massima felicità, suprema, e sono quindi liberi da ogni legame materiale basato sul corpo e pensiero razionale.
La loro conoscenza è libera dalla dualità di bello e brutto, di male e bene ecc., essi studiano le scritture più elevate e sono
completamente distaccati e indipendenti da rituali, dogmi e altre concezioni mentalistiche.
Il loro unico impegno è rivelare la conoscenza che combatte l'illusione dell'identificazione materiale con una dedizione che porta gioia e progresso a chi impara da loro.
Il loro aspetto è benefico dodici volte più del sole

l'intelligenza discriminante che distingue la conoscenza Sat dall'ignoranza Asat è la loro protezione, la compassione è la
loro gioia e la felicità è il loro ornamento.
La sala dove ricevono udienza dalla felicità suprema è una piccola grotta, ovvero l'incavo del loro cuore fisico e spirituale, e non si preoccupano minimamente delle posizioni fisiche dello Yoga.

Ultima modifica di Eroe per Caso il 12/28/2018, 14:16 - modificato 1 volta.
Eroe per Caso- Risvegliato
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Paramahamsa *
Paramahamsa (परमाहंस)
Scritto anche Paramahansa o Paramhansa , è un titolo di onore sanscrito religioso-teologico applicato agli insegnanti spirituali indù che si ritiene abbiano raggiunto l' illuminazione.
Il titolo significa letteralmente "cigno supremo"
e simboleggia la discriminazione spirituale.
Il cigno è ugualmente a suo agio sulla terra e sull'acqua; allo stesso modo, il vero saggio è ugualmente a suo agio nel regno della materia e dello spirito. Essere nell'estasi divina e simultaneamente essere attivamente attivi è lo stato di paramahansa ; il "cigno reale" dell'anima fluttua nell'oceano cosmico, contemplando sia il suo corpo che l'oceano come manifestazioni dello stesso Spirito.
La parola "Paramahamsa" significa colui che è Risvegliato in tutti i reami.
Paramahansa è il più alto livello di sviluppo spirituale in cui un'unione con la realtà ultima sia stata raggiunta da un Sannyasi *.
-----
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Scritto anche Paramahansa o Paramhansa , è un titolo di onore sanscrito religioso-teologico applicato agli insegnanti spirituali indù che si ritiene abbiano raggiunto l' illuminazione.
Il titolo significa letteralmente "cigno supremo"

Il cigno è ugualmente a suo agio sulla terra e sull'acqua; allo stesso modo, il vero saggio è ugualmente a suo agio nel regno della materia e dello spirito. Essere nell'estasi divina e simultaneamente essere attivamente attivi è lo stato di paramahansa ; il "cigno reale" dell'anima fluttua nell'oceano cosmico, contemplando sia il suo corpo che l'oceano come manifestazioni dello stesso Spirito.
La parola "Paramahamsa" significa colui che è Risvegliato in tutti i reami.
Paramahansa è il più alto livello di sviluppo spirituale in cui un'unione con la realtà ultima sia stata raggiunta da un Sannyasi *.
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Eroe per Caso- Risvegliato
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Sannyasi *
Sannyasi *
Il Sannyasa (parola sanscrita che letteralmente significa "rinuncia" o "abbandono") è una forma di monasticismo o ascetismo spirituale, tipico della filosofia Induista.
Può essere intrapresa dai fedeli induisti esperti o sin da giovani, facendosi monaci e intraprendendo per tutta la vita la via spirituale, o negli ultimi stadi dell'Asrama ( la vita del fedele ) in più tarda età, solitamente oltre i cinquant'anni.
I membri degli ordini sannyasa sono chiamati sannyasin o sannyasi. Questi ultimi conducono una vita senza possedimenti, praticando lo Yoga e la Bhakti, la preghiera alle divinità e l'Unione yogica trascendente.
L'obiettivo finale della vita monastica è il Mokṣa, ovvero la liberazione dal ciclo delle reincarnazioni e l'unione con il Brahman.
Alcuni Sannyasin vivono in monasteri chiamati Matha, i quali fungono più da centri di educazione spirituale intermedia, ma la maggior parte sono vagabondi e senza fissa dimora per onorare la la loro ricerca e libertà dal mondo.
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Il Sannyasa (parola sanscrita che letteralmente significa "rinuncia" o "abbandono") è una forma di monasticismo o ascetismo spirituale, tipico della filosofia Induista.
Può essere intrapresa dai fedeli induisti esperti o sin da giovani, facendosi monaci e intraprendendo per tutta la vita la via spirituale, o negli ultimi stadi dell'Asrama ( la vita del fedele ) in più tarda età, solitamente oltre i cinquant'anni.
I membri degli ordini sannyasa sono chiamati sannyasin o sannyasi. Questi ultimi conducono una vita senza possedimenti, praticando lo Yoga e la Bhakti, la preghiera alle divinità e l'Unione yogica trascendente.
L'obiettivo finale della vita monastica è il Mokṣa, ovvero la liberazione dal ciclo delle reincarnazioni e l'unione con il Brahman.

Alcuni Sannyasin vivono in monasteri chiamati Matha, i quali fungono più da centri di educazione spirituale intermedia, ma la maggior parte sono vagabondi e senza fissa dimora per onorare la la loro ricerca e libertà dal mondo.
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Eroe per Caso- Risvegliato
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Paingala Upanishad
ESTRATTO DA Paingala Upanishad Le 108 Upanishad
Yajnavalkya rispose, "Una persona che cerca la liberazione e si libera dall'ahankara, mamatva e varie
contaminazioni materiali, porta 21 generazioni di antenati e discendenti al di là dell'oceano della vita
materiale.
Chi conosce il Brahman libera 101 generazioni.
Sappi che il Sé è il passeggero del veicolo, mentre il corpo è il veicolo, l'intelletto è il guidatore e la
mente costituisce le redini. I sensi sono i cavalli, gli oggetti dei sensi sono le strade.
I saggi affermano che il soggetto che percepisce il mondo è l'Atman che utilizza la mente e i sensi.
Narayana si stabilisce immediatamente nel cuore dell'Atman che si è purificato.
Fino al momento in cui le reazioni karmiche si sono esaurite, il Sé liberato vive come un serpente
che ha mutato pelle, come la luna nel cielo limpido.
Abbandonando il corpo in un luogo sacro o nella casa di uno che mangia carne di cane, l'anima
liberata rimane trascendentale.
Il corpo abbandonato può essere offerto alle direzioni (lasciato all'aperto) oppure seppellito. La vita di mendicante (bhikshu) è prescritta però soltanto per i maschi, mai per le femmine.
Per un Sannyasi mendicante che ha realizzato il Brahman non c'è bisogno di cremazione del corpo, di
cerimonie di sraddha, di offerte di cibo o di purificazione dopo il periodo di lutto.
Non c'è bisogno di bruciare ciò che è già stato consumato, proprio come non c'è bisogno di cucinare ciò che
è già stato cucinato.
Per chi ha consumato il proprio corpo nel fuoco della conoscenza trascendentale non servono le offerte rituali di riso o altre cerimonie funebri. Finché durano le funzioni del corpo può servire il Guru, trattando la moglie e i figli del Guru con lo stesso rispetto che deve al Guru stesso.
La consapevolezza della propria identità trascendentale sorge portando la saggezza e l'oggetto della
conoscenza si stabilisce fermamente nel cuore.
Allora quando il corpo si dissolve nella pace, le sovrastrutture mentali e intellettuali si dissolvono.
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Yajnavalkya rispose, "Una persona che cerca la liberazione e si libera dall'ahankara, mamatva e varie
contaminazioni materiali, porta 21 generazioni di antenati e discendenti al di là dell'oceano della vita
materiale.
Chi conosce il Brahman libera 101 generazioni.
Sappi che il Sé è il passeggero del veicolo, mentre il corpo è il veicolo, l'intelletto è il guidatore e la
mente costituisce le redini. I sensi sono i cavalli, gli oggetti dei sensi sono le strade.
I saggi affermano che il soggetto che percepisce il mondo è l'Atman che utilizza la mente e i sensi.
Narayana si stabilisce immediatamente nel cuore dell'Atman che si è purificato.
Fino al momento in cui le reazioni karmiche si sono esaurite, il Sé liberato vive come un serpente
che ha mutato pelle, come la luna nel cielo limpido.
Abbandonando il corpo in un luogo sacro o nella casa di uno che mangia carne di cane, l'anima
liberata rimane trascendentale.
Il corpo abbandonato può essere offerto alle direzioni (lasciato all'aperto) oppure seppellito. La vita di mendicante (bhikshu) è prescritta però soltanto per i maschi, mai per le femmine.
Per un Sannyasi mendicante che ha realizzato il Brahman non c'è bisogno di cremazione del corpo, di
cerimonie di sraddha, di offerte di cibo o di purificazione dopo il periodo di lutto.
Non c'è bisogno di bruciare ciò che è già stato consumato, proprio come non c'è bisogno di cucinare ciò che
è già stato cucinato.
Per chi ha consumato il proprio corpo nel fuoco della conoscenza trascendentale non servono le offerte rituali di riso o altre cerimonie funebri. Finché durano le funzioni del corpo può servire il Guru, trattando la moglie e i figli del Guru con lo stesso rispetto che deve al Guru stesso.
La consapevolezza della propria identità trascendentale sorge portando la saggezza e l'oggetto della
conoscenza si stabilisce fermamente nel cuore.
Allora quando il corpo si dissolve nella pace, le sovrastrutture mentali e intellettuali si dissolvono.
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Eroe per Caso- Risvegliato
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Re: Il Nirvana in terra secondo le antiche scritture Upanishad
La persona che si vede nell'occhio è l'Atman, immortale, senza paura, non differente dal Brahman.
Perciò quando si spruzza burro chiarificato o acqua nell'occhio, questi colano ai bordi.
Chi conosce il Brahman lo chiama il centro di ogni benedizione perché vi si trova ogni bene, e chi lo conosce ottiene ogni benedizione. E' il veicolo di ogni bene e chi lo conosce porta in sé ogni benedizione.
E' il veicolo della luce, perché risplende ovunque e anche chi lo conosce risplende ovunque.
Anche se non hanno avuto riti funebri, queste persone raggiungono la luce, dalla luce del giorno alla lunacrescente, ai sei mesi in cui il sole viaggia verso nord, ai mesi dell'anno, al sole, alla luna e infine al fulmine.
Questa è la via dei Deva verso il Brahman, e chi prende questa via non torna nel vortice
umano.
Perciò quando si spruzza burro chiarificato o acqua nell'occhio, questi colano ai bordi.
Chi conosce il Brahman lo chiama il centro di ogni benedizione perché vi si trova ogni bene, e chi lo conosce ottiene ogni benedizione. E' il veicolo di ogni bene e chi lo conosce porta in sé ogni benedizione.
E' il veicolo della luce, perché risplende ovunque e anche chi lo conosce risplende ovunque.
Anche se non hanno avuto riti funebri, queste persone raggiungono la luce, dalla luce del giorno alla lunacrescente, ai sei mesi in cui il sole viaggia verso nord, ai mesi dell'anno, al sole, alla luna e infine al fulmine.
Questa è la via dei Deva verso il Brahman, e chi prende questa via non torna nel vortice
umano.
(4.15.1-5)
Chandogya Upanishad
_________________
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Colui che comprende creazione e dissoluzione, apparizione e scomparsa degli esseri, saggezza e ignoranza, deve essere chiamato Bhagavan. Le armi non fendono il Sé, il fuoco non lo brucia, non lo bagnano le acque ne lo secca il vento; Egli è detto il non manifesto, l'impensabile, immutabile, insondabile, impermeabile, non soggetto a Darma e Karma.
Lancillotto2013- Guru
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Re: Il Nirvana in terra secondo le antiche scritture Upanishad
"In origine c'era soltanto questo Essere, senza secondi.
Alcuni dicono che era un non-Essere, e che da questo non-Essere sorse l'Essere.
Ma non è possibile che l'Essere sorga dal non-Essere, quindi al principio esisteva l'Essere.
Questo essere desiderò diventare molteplice e crescere, e creò il fuoco.
Il fuoco desiderò diventare molteplice e crescere, e creò l'acqua: per questo quando un uomo suda,
l'acqua viene prodotta dal calore. L'acqua desiderò diventare molteplice e crescere, e creò il cibo: per
questo quando piove cresce nutrimento in abbondanza. (6.2.1-4)
Gli esseri nati come nutrimento erano apparsi da tre matrici: l'uovo, l'utero e il germoglio.
La Divinità pensò, 'Entrerò in queste tre Divinità attraverso il Jiva Atman, con diversi nomi e forme.'
(6.2.1-4)
Alcuni dicono che era un non-Essere, e che da questo non-Essere sorse l'Essere.
Ma non è possibile che l'Essere sorga dal non-Essere, quindi al principio esisteva l'Essere.
Questo essere desiderò diventare molteplice e crescere, e creò il fuoco.
Il fuoco desiderò diventare molteplice e crescere, e creò l'acqua: per questo quando un uomo suda,
l'acqua viene prodotta dal calore. L'acqua desiderò diventare molteplice e crescere, e creò il cibo: per
questo quando piove cresce nutrimento in abbondanza. (6.2.1-4)
Gli esseri nati come nutrimento erano apparsi da tre matrici: l'uovo, l'utero e il germoglio.
La Divinità pensò, 'Entrerò in queste tre Divinità attraverso il Jiva Atman, con diversi nomi e forme.'
(6.2.1-4)
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Colui che comprende creazione e dissoluzione, apparizione e scomparsa degli esseri, saggezza e ignoranza, deve essere chiamato Bhagavan. Le armi non fendono il Sé, il fuoco non lo brucia, non lo bagnano le acque ne lo secca il vento; Egli è detto il non manifesto, l'impensabile, immutabile, insondabile, impermeabile, non soggetto a Darma e Karma.
Lancillotto2013- Guru
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Re: Il Nirvana in terra secondo le antiche scritture Upanishad
"Le api producono il miele raccogliendo il nettare da vari alberi e riducendolo a un'unica essenza, in
cui i succhi non si identificano individualmente come appartenenti a una pianta piuttosto che
all'altra.
Così tutte le creature si fondono nell'Essere e non pensano più a un'esistenza separata.
Qualunque sia la loro identità - tigre, leone, lupo, cinghiale, verme o insetto volante come la zanzara
- continuano ad esserlo,
ma l'essenza sottile e la causa di tutto ciò che esiste è l'Atman.
Tu sei quello, o Svetaketu."
cui i succhi non si identificano individualmente come appartenenti a una pianta piuttosto che
all'altra.
Così tutte le creature si fondono nell'Essere e non pensano più a un'esistenza separata.
Qualunque sia la loro identità - tigre, leone, lupo, cinghiale, verme o insetto volante come la zanzara
- continuano ad esserlo,
ma l'essenza sottile e la causa di tutto ciò che esiste è l'Atman.
Tu sei quello, o Svetaketu."
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Colui che comprende creazione e dissoluzione, apparizione e scomparsa degli esseri, saggezza e ignoranza, deve essere chiamato Bhagavan. Le armi non fendono il Sé, il fuoco non lo brucia, non lo bagnano le acque ne lo secca il vento; Egli è detto il non manifesto, l'impensabile, immutabile, insondabile, impermeabile, non soggetto a Darma e Karma.
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Re: Il Nirvana in terra secondo le antiche scritture Upanishad
"Ti prego, istruiscimi ulteriormente." (6.9.1-4)
"Caro ragazzo
, i fiumi dell'est scorrono a est, e i fiumi dell'ovest scorrono a ovest. 
Hanno tutti origine dall'oceano e tornano a mescolarsi nell'oceano e diventano l'oceano stesso: allora non pensano più alla propria esistenza separata di fiumi, e similmente tutte queste creature ritornano nel ciclo.
Quell'Essere che è l'essenza e la causa è il Sé del mondo.
Tu sei quello, o Svetaketu."
"Caro ragazzo


Hanno tutti origine dall'oceano e tornano a mescolarsi nell'oceano e diventano l'oceano stesso: allora non pensano più alla propria esistenza separata di fiumi, e similmente tutte queste creature ritornano nel ciclo.
Quell'Essere che è l'essenza e la causa è il Sé del mondo.
Tu sei quello, o Svetaketu."

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Re: Il Nirvana in terra secondo le antiche scritture Upanishad
"Ti prego, istruiscimi ulteriormente." (6.10.1-3)
"C'è un grande albero. Se venisse colpito alla radice colerebbe linfa, pur continuando a vivere. E così colerebbe linfa anche se fosse colpito nel mezzo o in cima, ma sopravviverebbe.
Poiché l'albero è pervaso dal Sé vivente, rimane stabile, beve costantemente e si rallegra. Ma se la vita lascia un ramo dell'albero, quel ramo si secca. Così se la vita lascia un secondo ramo si secca anche quello, e se lascia l'albero intero, tutto l'albero si secca. Similmente, quando il Sé vivente lascia il corpo, il corpo muore, mentre il Sé vivente non muore mai.
L'Essere che è l'essenza sottile o la causa è il Sé del mondo. Tu sei quello, o Svetaketu."
"Ti prego, istruiscimi ulteriormente." (6.11.1-3)
"Portami un frutto di questo albero baniano," disse il padre. Ricevutolo, aggiunse, "Cosa vedi dentro
questo frutto?"
"Dei semi molto piccoli."
"Rompi uno di questi semi. Cosa ci vedi dentro?"
"Niente."
Il padre
spiegò, "L'essenza sottile che tu non percepisci è ciò da cui è cresciuto questo grande albero baniano. Abbi fede in questo.
L'Essere che è l'essenza sottile o la causa è il Sé del mondo.
Tu sei quello, o Svetaketu."

"C'è un grande albero. Se venisse colpito alla radice colerebbe linfa, pur continuando a vivere. E così colerebbe linfa anche se fosse colpito nel mezzo o in cima, ma sopravviverebbe.
Poiché l'albero è pervaso dal Sé vivente, rimane stabile, beve costantemente e si rallegra. Ma se la vita lascia un ramo dell'albero, quel ramo si secca. Così se la vita lascia un secondo ramo si secca anche quello, e se lascia l'albero intero, tutto l'albero si secca. Similmente, quando il Sé vivente lascia il corpo, il corpo muore, mentre il Sé vivente non muore mai.
L'Essere che è l'essenza sottile o la causa è il Sé del mondo. Tu sei quello, o Svetaketu."

"Ti prego, istruiscimi ulteriormente." (6.11.1-3)
"Portami un frutto di questo albero baniano," disse il padre. Ricevutolo, aggiunse, "Cosa vedi dentro
questo frutto?"
"Dei semi molto piccoli."
"Rompi uno di questi semi. Cosa ci vedi dentro?"
"Niente."
Il padre


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Tu sei quello, o Svetaketu."


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Lancillotto2013- Guru
- Messaggi : 3294
Punti : 10275
Reputazione : 5943
Data d'iscrizione : 11.02.15
Re: Il Nirvana in terra secondo le antiche scritture Upanishad
"Ti prego, istruiscimi ulteriormente." (6.12.1-3)
"Metti questo sale nell'acqua e poi torna da me domani mattina."
Il ragazzo obbedì e la mattina seguente non riuscì a vedere il sale, perché si era sciolto nell'acqua. Su
richiesta del padre assaggiò l'acqua e la trovò salata, sia in cima al contenitore che nel suo mezzo che
sul fondo. "Così come non eri in grado di vedere il sale nell'acqua nonostante vi fosse presente,
similmente non vedi l'Essere che si trova nel corpo. L'Essere che è l'essenza sottile o la causa è il Sé
del mondo. Tu sei quello, o Svetaketu."
"Ti prego, istruiscimi ulteriormente." (6.13.1-3)
"Un malvivente potrebbe sequestrare un uomo nel paese di Gandhara, bendarlo e portarlo nel
deserto. Il poveretto griderebbe in tutte le direzioni per cercare aiuto. Se qualcuno venisse a togliere
la benda dai suoi occhi e gli indicasse la direzione per il paese di Gandhara, potrebbe chiedere
indicazioni nei villaggi lungo la strada e riuscirebbe a tornare a casa. Similmente, in questo mondo
una persona acquisisce la conoscenza se trova un Guru, e dopo essersi liberato dall'identificazione
con il corpo torna a fondersi nell'Esistenza suprema.
L'Essere che è l'essenza sottile o la causa è il Sé del mondo. Tu sei quello, o Svetaketu."
"Metti questo sale nell'acqua e poi torna da me domani mattina."
Il ragazzo obbedì e la mattina seguente non riuscì a vedere il sale, perché si era sciolto nell'acqua. Su
richiesta del padre assaggiò l'acqua e la trovò salata, sia in cima al contenitore che nel suo mezzo che
sul fondo. "Così come non eri in grado di vedere il sale nell'acqua nonostante vi fosse presente,
similmente non vedi l'Essere che si trova nel corpo. L'Essere che è l'essenza sottile o la causa è il Sé
del mondo. Tu sei quello, o Svetaketu."
"Ti prego, istruiscimi ulteriormente." (6.13.1-3)
"Un malvivente potrebbe sequestrare un uomo nel paese di Gandhara, bendarlo e portarlo nel
deserto. Il poveretto griderebbe in tutte le direzioni per cercare aiuto. Se qualcuno venisse a togliere
la benda dai suoi occhi e gli indicasse la direzione per il paese di Gandhara, potrebbe chiedere
indicazioni nei villaggi lungo la strada e riuscirebbe a tornare a casa. Similmente, in questo mondo
una persona acquisisce la conoscenza se trova un Guru, e dopo essersi liberato dall'identificazione
con il corpo torna a fondersi nell'Esistenza suprema.
L'Essere che è l'essenza sottile o la causa è il Sé del mondo. Tu sei quello, o Svetaketu."
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Colui che comprende creazione e dissoluzione, apparizione e scomparsa degli esseri, saggezza e ignoranza, deve essere chiamato Bhagavan. Le armi non fendono il Sé, il fuoco non lo brucia, non lo bagnano le acque ne lo secca il vento; Egli è detto il non manifesto, l'impensabile, immutabile, insondabile, impermeabile, non soggetto a Darma e Karma.
Lancillotto2013- Guru
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