Sattiya Sutta – la spada

Sattiya Sutta – la spada che uccide falsi desideri

Così ho sentito.

Una volta il Benedetto soggiornava presso Savatthi nel Boschetto di Jeta nel convento di Anathapindika. Poi un Dio, al calar della notte, dopo aver illuminato con il suo splendore l'intero boschetto di Jeta, si avvicinò dal Benedetto, lo riverì, e stando in piedi ad un lato gli disse:

Come trafitto da una spada,
il monaco con presenza mentale deve distruggere la brama dei sensi.

Il Benedetto  rispose:

Come trafitto da una spada,
il monaco con presenza mentale deve distruggere la falsa visione di un sè.

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Il sé nei testi del Gotama sono da intendere come falso sé stessi, l'idea errata di credere e dire: io sono questo corpo, io sono questa mente, io sono questa anima.
Ovunque c'è una forma che non è il Brahman in persona, quello è da considerarsi Una Forma e un Nome, quindi un riflesso del creativo, una sua Ombra e mai il Sé Eterno, che è Uno solo, ovvero il Brahman non manifesto agli occhi degli stolti, non visibile all'uomo mondano, non percebile nemmeno agli alti Dei ed Entità che pensano nei loro Regni: io sono un Dio , io sono questo, io sono quest'altro, questo è mio , io comando, gli altri mi obbediscano e mi preghino e cosi via..