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Esistono i fantasmi?
4/5/2024, 14:10 Da brando34
Mistero
Esistono i fantasmi? [Devi essere iscritto e connesso per vedere questa immagine]
Da sempre e in ogni cultura c'è chi crede nei fantasmi, e ancora oggi c'è chi cerca di dimostrarne …
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Ecco cosa accade poco prima e poco dopo la morte
4/23/2019, 00:28 Da Lancillotto2013
Esperienze di morte con ritorno di alcune persone.
Se la morte è una delle poche certezze della vita, uno dei misteri antropologici che da sempre …
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Strani eventi
7/25/2021, 19:17 Da Lancillotto2013
L'altra settimana stavo spiegando la Trimurti e i compiti, ei pregi e i difetti dei 3 Dei principali che sono adorati da varie religioni con nomee …
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nuova registrazione + foto..
5/24/2019, 10:29 Da kardec
salve a tutti..l'altro giorno abbiamo provato a fare una nuova registrazione,dopo che la mia compagna ha posto la domanda,si sente una voce che …
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Interferenze
8/26/2019, 13:40 Da VannaGio
Ciao a tutti, questa mattina mi è successa una cosa alquanto strana. Inizio con il dire che ho perso mia nonna circa un mese fa. Come dicevo questa …
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Assemblea sull'acqua
6/26/2019, 23:47 Da Lancillotto2013
Dopo lunga e molto dura e anche accesa assemblea sull'acqua potabile e l'acqua addolcita in condominio, da mettere sulla condotta generale, cosa …
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E vissero a lungo felici e contenti
E vissero a lungo felici e contenti
“E vissero a lungo felici e contenti” ci fa vivere felici e contenti
E vissero a lungo felici e contenti.
Abbiamo sentito queste parole in lungo e in largo, al termine di bellissime fiabe in cui il principe e la principessa convolano a nozze dopo innumerevoli peripezie.
Le abbiamo pensate guardando negli occhi l’amato o l’amata, se è vero, come diceva Geoffrey Chaucer, che nessuna lingua del mondo saprebbe esprimere la gioia di due creature unite in matrimonio; purtroppo le abbiamo pensate, talvolta, guardando gli occhi sbagliati e le abbiamo viste ricevere maltrattamenti di ogni tipo.
Nel bene e nel male, però, ognuno di noi ha avuto a che fare quella frase.
Perché le fiabe insistono con questa formula finale?
Cosa c’è dietro?
I nostri limiti terreni
Le fiabe aprono uno squarcio limpido sui problemi esistenziali e le ansie in grado di affliggere gli esseri umani e in primis i bambini: dal bisogno di essere amati alla paura di non essere considerati; dalla ricerca dell’amore di una vita fino alla paura della morte. Non si limitano semplicemente a porre il problema, ma offrono delle soluzioni che possono essere recepite dal livello intellettivo proprio di un bambino. Tra questi problemi esistenziali, ce n’è uno particolarmente interessante che affronta il desiderio tipicamente umano di vita eterna. Le fiabe, paradossalmente, affrontano questo desiderio senza far credere al bambino che sia davvero realizzabile.
Le conclusioni e vissero a lungo felici e contenti o vissero felici per sempre, come afferma Bettelheim, ribadiscono quale sia l’unica cosa in grado di farci sopportare i limiti del nostro tempo sulla terra: la creazione di un legame davvero unico e soddisfacente con una persona. “Le fiabe insegnano che quando si è giunti a questo si è arrivati al massimo di sicurezza emotiva nella vita, e di durata di una relazione che sia alla portata dell’uomo; soltanto questo può dissipare la paura della morte.
Se una persona ha trovato il vero amore adulto, dice inoltre la fiaba, non ha bisogno di desiderare la vita eterna”.
Il percorso esistenziale dell’eroe
Per quanto molti siano portati a credere che un finale del genere sia irrealistico e privo di senso, in realtà esso comunica un messaggio fondamentale al bambino. Una vita lunga, felice e contenta, è il frutto di un percorso costellato da prove e difficoltà. L’eroe della fiaba, in cui il bambino può identificarsi, trova se stesso uscendo nel mondo, mettendo da parte l’angoscia di separazione che lo tiene aggrappato alle braccia dei genitori. Separazione che purtroppo non tutti riescono a compiere.
Nemmeno a 40 anni. Ma questa è un’altra storia.
Dunque, in seguito alla separazione iniziale e dopo aver superato diverse prove, l’eroe trova se stesso e la persona con cui potrà condividere la sua vita.
Le fiabe tendono continuamente verso il futuro e aiutano il bambino ad abbandonare la sua dipendenza infantile verso un’esistenza indipendente. L’eroe, solo nel mondo, potrà incontrare mille difficoltà, potrà inoltrarsi in luoghi oscuri che ne metteranno alla prova il carattere, ma alla fine troverà un luogo sicuro e una profonda fiducia interiore, soprattutto se sarà in grado di apprezzare i giusti aiuti.
Come sostiene Bettelheim, il percorso dell’eroe è emotivamente familiare al bambino.
Come quest’ultimo si sente spesso isolato e poco considerato nel mondo, così l’eroe delle fiabe si ritrova spesso a vivere una fase di isolamento. In questa situazione può sentirsi più in contatto con la natura o con un animale che con un essere umano, proprio come può accadere a un bambino. “Le sorti di questi eroi convince il bambino che, come loro, nel corso della vita verrà guidato a ogni suo passo, e otterrà aiuto quando ne avrà bisogno”.
Se saprà riconoscere e accettare gli aiuti giusti, riuscirà anche a intessere delle relazioni significative. Insomma, l’amore e il bene ingentiliscono ciò che le insidie della vita tentano di abbrutire.
Senza rancore
L’ultimo aspetto da sottolineare è che le fiabe non si soffermano sulla felicità che alla fine è conquistata dai protagonisti, ma si “limitano” a indicare la via verso un futuro migliore, soffermandosi invece sul processo di trasformazione degli individui.
Le fiabe, in definitiva, rassicurano il bambino su due fronti: da una parte, gli fanno capire che nel mondo esterno riuscirà a trovare degli aiuti che gli consentiranno di coronare i suoi sforzi; dall’altra, spingono il bambino verso il bene. Nonostante le terribili prove a cui sono sottoposti, i protagonisti non si lasciano prendere dalla disperazione, meditando chissà quali vendette contro i loro attentatori. Biancaneve, per fare un esempio, non nutre sentimenti astiosi nei confronti della regina malvagia.
Biancaneve non si volta indietro, non lascia che i suoi sentimenti vengano sopraffatti dal rancore. Biancaneve guarda avanti, alla sua lunga vita felice e contenta con il principe. Ricorda senza lasciarsi rovinare la vita.
E vissero a lungo felici e contenti.
Abbiamo sentito queste parole in lungo e in largo, al termine di bellissime fiabe in cui il principe e la principessa convolano a nozze dopo innumerevoli peripezie.
Le abbiamo pensate guardando negli occhi l’amato o l’amata, se è vero, come diceva Geoffrey Chaucer, che nessuna lingua del mondo saprebbe esprimere la gioia di due creature unite in matrimonio; purtroppo le abbiamo pensate, talvolta, guardando gli occhi sbagliati e le abbiamo viste ricevere maltrattamenti di ogni tipo.
Nel bene e nel male, però, ognuno di noi ha avuto a che fare quella frase.
Perché le fiabe insistono con questa formula finale?
Cosa c’è dietro?
I nostri limiti terreni
Le fiabe aprono uno squarcio limpido sui problemi esistenziali e le ansie in grado di affliggere gli esseri umani e in primis i bambini: dal bisogno di essere amati alla paura di non essere considerati; dalla ricerca dell’amore di una vita fino alla paura della morte. Non si limitano semplicemente a porre il problema, ma offrono delle soluzioni che possono essere recepite dal livello intellettivo proprio di un bambino. Tra questi problemi esistenziali, ce n’è uno particolarmente interessante che affronta il desiderio tipicamente umano di vita eterna. Le fiabe, paradossalmente, affrontano questo desiderio senza far credere al bambino che sia davvero realizzabile.
Le conclusioni e vissero a lungo felici e contenti o vissero felici per sempre, come afferma Bettelheim, ribadiscono quale sia l’unica cosa in grado di farci sopportare i limiti del nostro tempo sulla terra: la creazione di un legame davvero unico e soddisfacente con una persona. “Le fiabe insegnano che quando si è giunti a questo si è arrivati al massimo di sicurezza emotiva nella vita, e di durata di una relazione che sia alla portata dell’uomo; soltanto questo può dissipare la paura della morte.
Se una persona ha trovato il vero amore adulto, dice inoltre la fiaba, non ha bisogno di desiderare la vita eterna”.
Il percorso esistenziale dell’eroe
Per quanto molti siano portati a credere che un finale del genere sia irrealistico e privo di senso, in realtà esso comunica un messaggio fondamentale al bambino. Una vita lunga, felice e contenta, è il frutto di un percorso costellato da prove e difficoltà. L’eroe della fiaba, in cui il bambino può identificarsi, trova se stesso uscendo nel mondo, mettendo da parte l’angoscia di separazione che lo tiene aggrappato alle braccia dei genitori. Separazione che purtroppo non tutti riescono a compiere.
Nemmeno a 40 anni. Ma questa è un’altra storia.
Dunque, in seguito alla separazione iniziale e dopo aver superato diverse prove, l’eroe trova se stesso e la persona con cui potrà condividere la sua vita.
Le fiabe tendono continuamente verso il futuro e aiutano il bambino ad abbandonare la sua dipendenza infantile verso un’esistenza indipendente. L’eroe, solo nel mondo, potrà incontrare mille difficoltà, potrà inoltrarsi in luoghi oscuri che ne metteranno alla prova il carattere, ma alla fine troverà un luogo sicuro e una profonda fiducia interiore, soprattutto se sarà in grado di apprezzare i giusti aiuti.
Come sostiene Bettelheim, il percorso dell’eroe è emotivamente familiare al bambino.
Come quest’ultimo si sente spesso isolato e poco considerato nel mondo, così l’eroe delle fiabe si ritrova spesso a vivere una fase di isolamento. In questa situazione può sentirsi più in contatto con la natura o con un animale che con un essere umano, proprio come può accadere a un bambino. “Le sorti di questi eroi convince il bambino che, come loro, nel corso della vita verrà guidato a ogni suo passo, e otterrà aiuto quando ne avrà bisogno”.
Se saprà riconoscere e accettare gli aiuti giusti, riuscirà anche a intessere delle relazioni significative. Insomma, l’amore e il bene ingentiliscono ciò che le insidie della vita tentano di abbrutire.
Senza rancore
L’ultimo aspetto da sottolineare è che le fiabe non si soffermano sulla felicità che alla fine è conquistata dai protagonisti, ma si “limitano” a indicare la via verso un futuro migliore, soffermandosi invece sul processo di trasformazione degli individui.
Le fiabe, in definitiva, rassicurano il bambino su due fronti: da una parte, gli fanno capire che nel mondo esterno riuscirà a trovare degli aiuti che gli consentiranno di coronare i suoi sforzi; dall’altra, spingono il bambino verso il bene. Nonostante le terribili prove a cui sono sottoposti, i protagonisti non si lasciano prendere dalla disperazione, meditando chissà quali vendette contro i loro attentatori. Biancaneve, per fare un esempio, non nutre sentimenti astiosi nei confronti della regina malvagia.
Biancaneve non si volta indietro, non lascia che i suoi sentimenti vengano sopraffatti dal rancore. Biancaneve guarda avanti, alla sua lunga vita felice e contenta con il principe. Ricorda senza lasciarsi rovinare la vita.
Debora- Lettore
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