Una serata tra amici?

Voglio raccontarvi un fatto che archivio in credulità, astuzia mentale e piccole fandonie tra amici. Sabato siamo usciti in compagnia e due nostri amici, Carlo e Giacomo, hanno discusso di alcuni temi che riguardano la meditazione e la spiritualità.
Carlo domandava quanti anni trascorrono per per sperimentare la presenza interiore dal momento in cui qualcuno te la spieghi. Giacomo rispondeva che raggiungere la presenza era stato lo stesso errore di Siddharta quando si era fissato di raggiungere l'illuminazione.
La discussione si è accesa quando Giacomo sostenne che il padre nostro è nei cieli, non ci fa mancare nulla, il resto ce lo darebbe in base a meriti individuali, che quello che vale è la vita dello spirito e non la nostra. Il dibattito si è infiammato quando Giacomo si è preso del cretino, confuso dal proprio ego, capace di fare parole non conoscendo quasi nulla del Siddharta. Giacomo alimentava la discussione con frasi aleatorie: chi perderà la vita la troverà e si immergerà nella vita dello spirito che è unica vita mentre l'attuale vita e da perdere perchè illusoria. Carlo rispondeva che si sbagliava o mentiva, perchè la vita è da illuminare prima che sia abbandonata e solo in questo senso è possibilie lasciarla, che non esiste nessun padre nostro e che Siddharta ha raggiunto l'illuminazione abbandonando ogni idea di esistenza di un dio celeste, dei meriti e del potere da lui discussi.

Contestando le frasi di Giacomo, Carlo ha messo in luce quanto sia confuso e viscido il credere in un dio e nelle decisioni nei nostri riguardi e invitare gli amici a pensare che la vita sia da abbandonare senza esplorarne le essenzialità e i fondamenti.
Durante il simpatico alterco litigioso Carlo ha detto all'amico "ti comporti da superficiale e mentitore, parli di cose che non mastichi, trasformi argomenti in tue convinzioni e dogmi cattolici su misura per il tuo mentale farneticandomi addosso regole da oratorio. Giacomo a sua volta presa la palla a balzo diceva pressochè queste "guarda che non ho nebulose da maestro yoga e non sono scombinato da un tornado nel cervello".

La discussione è andata avanti tra curiosità dei vicini di tavolata, mi sono fatto una mia idea sulla questione, prima di dirvela voglio domandare cosa ne pensate.

mmmmmm...... guarda li conosco bene come ragionano certi d'uni, dall'oratorio alla banca, dal prete ogni domenica a senitre messa, banali d'un banale insuperabile

Chi non ha l'argomento fà chiacchiere a vanvera, certa mentalità di provincia e filo clericale è ottusa alla frutta. Non sanno? Che leggano, non capiscono la differenza tra buddismo, corriere della sera, novella 3000, che si tengano in saccoccia giudizi, pregiudizi e sensi di colpa

Sì,  effettivamente un pochino ottusi come discorsi mi permetto di dire...ma il rimedio c'è basta mettere da parte i preconcetti e leggere, informarsi

Claudio ha scritto: Giacomo rispondeva che raggiungere la presenza era stato lo stesso errore di Siddharta quando si era fissato di raggiungere l'illuminazione.

Un giacomo intelligente rispondeva che era imbecille in materia togliendosi d'imbarazzo, vuoi mettere il figurone che ci faceva?