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Mistero
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Da sempre e in ogni cultura c'è chi crede nei fantasmi, e ancora oggi c'è chi cerca di dimostrarne …
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Ecco cosa accade poco prima e poco dopo la morte
4/23/2019, 00:28 Da Lancillotto2013
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5/24/2019, 10:29 Da kardec
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Interferenze
8/26/2019, 13:40 Da VannaGio
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Assemblea sull'acqua
6/26/2019, 23:47 Da Lancillotto2013
Dopo lunga e molto dura e anche accesa assemblea sull'acqua potabile e l'acqua addolcita in condominio, da mettere sulla condotta generale, cosa …
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Dice il Saggio, citazioni di persone famose e di personaggi meno famosi
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Eroe per Caso
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Re: Dice il Saggio, citazioni di persone famose e di personaggi meno famosi
_________________
Scherzando, si può dire di tutto, anche la verità.
---
Il pensare è per me un male.
Il non pensare è per me un bene. (DN9 v.18)
---
L'uomo deve elevare sé stesso per mezzo di sé stesso.
Poiché solo egli stesso può essere l'amico o il nemico di sé stesso.(BG)
---
Ogni realtà, materia, sensazioni, percezioni, conoscenza e realtà condizionate non sono me. Non sono mie. Perciò da esse distaccatevi. Quel distacco è pace, che va al di là di ogni legame. (SN 4.16)
---
Lo yogi che ha raggiunto questo Stato sente che non esiste ottenimento più prezioso. (BG)
cassania- Guru
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Re: Dice il Saggio, citazioni di persone famose e di personaggi meno famosi
Il sole illuminando l'Essere, crea ombre riflesse che appaiono in movimento, alla fine del giorno il sole si ritrae e ogni ombra svanisce.
Autore: uno a caso
Autore: uno a caso
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Tagliare la testa al Toro
PERCHÈ SI DICE TAGLIARE LA TESTA AL TORO?
Significato dell'espressione tagliare la testa al toro e le origini di questa espressione.
Inizio con il vano significato storico dei non storici e non informati che ritengono che tale significato sia alquanto recente, tutto europeo, tutto italiano e altre loro poche consocenze in merito.
Significato Sbagliato che troverete ovunque, uno storico parziale che è spesso ricopiato e preso in prestito da siti web, in altre occasioni ricalcato da informazioni scadenti su siti come Wikipedia, siti di "Informazione" che sovente costringono il lettore a leggere quello che loro vogliono, ivi incluso il loro bigottismo feudatario informativo un pochino manovrato dagli autori interni e da chi è approvato da "loro stessi"
L’espressione tagliare la testa al toro ci fa pensare alla corrida, tagliando la testa al toro si ha la fine del gioco o dello spettacolo, con una soluzione efficace, semplice e diretta.
Per questa espressione tragica o cruenta ancora oggi in uso volgare ci sono diverse teorie circa la sua origine.
Tagliare la testa al toro, ovviamente in senso figurativo, vuol dire prendere una drastica decisione nell’eventualità ci si trovi in circostanze ove sono sorti dei dubbi, decidere il da farsi pur sapendo che in qualsiasi modo si agisca, potrebbero insorgere dei problemi. Decisione presa quindi con fermezza, cercando di togliere da mezzo gli ostacoli per risolvere un problema in maniera sbrigativa.
Un racconto popolare narra che una volta c’era un toro molto curioso che un bel giorno infilò la testa in una giara e non riuscì più ad uscire. Il padrone del toro nonché della giara era un signorotto avaro che decise, per non rompere la giara, consigliato da un amico, di tagliare la testa al toro.
Qualcuno racconta invece che nel 1162, nel tempo in cui Venezia dominava i mari ed il commercio, la stessa si trovò in lite con la città di Aquilea perchè invase la città di Grado, che era sotto protezione di Venezia. Gli autori di tale invasione, il patriarca con 12 alleati, furono portati a Venezia con l’intenzione di giudicarli e poi giustiziarli. Intervenne però Papa Adriano IVI che si intromise per farli rilasciare. In cambio la città di Venezia impose alla città di Aquilea che ogni anno avrebbe dovuto consegnare ai veneziani 1 toro, 12 pani e 12 maiali ben nutriti perchè potessero festeggiare la liberazione di Grado.
I veneziani tramutarono questa decisione del papa in una presa in giro per umiliare la città di Aquilea.
Ogni anno, a Venezia, si assisteva ad un falso processo in piazza nel quale un toro e 12 maiali, ossia il patriarca con 12 alleati, subivano un processo, venivano condannati e poi giustiziati per decapitazione dal popolo. Questa usanza ebbe lunga vita, sappiamo di certo che l’ultima rappresentazione risale al 22 febbraio del 1802.
L’evento in seguito scomparve ma rimase l’espressione ‘tagliare la testa al toro’ che si diffuse subito dopo l’unificazione del Regno d’Italia.
Qui termina la scadente informazione e l'errato sapere di una fatto, di un evento molto molto più antico e trascendente, di quanto possa immaginare l'uomo mondano, l'umano vano del popolino.
Significato dell'espressione tagliare la testa al toro e le origini di questa espressione.
Inizio con il vano significato storico dei non storici e non informati che ritengono che tale significato sia alquanto recente, tutto europeo, tutto italiano e altre loro poche consocenze in merito.
Significato Sbagliato che troverete ovunque, uno storico parziale che è spesso ricopiato e preso in prestito da siti web, in altre occasioni ricalcato da informazioni scadenti su siti come Wikipedia, siti di "Informazione" che sovente costringono il lettore a leggere quello che loro vogliono, ivi incluso il loro bigottismo feudatario informativo un pochino manovrato dagli autori interni e da chi è approvato da "loro stessi"
L’espressione tagliare la testa al toro ci fa pensare alla corrida, tagliando la testa al toro si ha la fine del gioco o dello spettacolo, con una soluzione efficace, semplice e diretta.
Per questa espressione tragica o cruenta ancora oggi in uso volgare ci sono diverse teorie circa la sua origine.
Tagliare la testa al toro, ovviamente in senso figurativo, vuol dire prendere una drastica decisione nell’eventualità ci si trovi in circostanze ove sono sorti dei dubbi, decidere il da farsi pur sapendo che in qualsiasi modo si agisca, potrebbero insorgere dei problemi. Decisione presa quindi con fermezza, cercando di togliere da mezzo gli ostacoli per risolvere un problema in maniera sbrigativa.
Un racconto popolare narra che una volta c’era un toro molto curioso che un bel giorno infilò la testa in una giara e non riuscì più ad uscire. Il padrone del toro nonché della giara era un signorotto avaro che decise, per non rompere la giara, consigliato da un amico, di tagliare la testa al toro.
Qualcuno racconta invece che nel 1162, nel tempo in cui Venezia dominava i mari ed il commercio, la stessa si trovò in lite con la città di Aquilea perchè invase la città di Grado, che era sotto protezione di Venezia. Gli autori di tale invasione, il patriarca con 12 alleati, furono portati a Venezia con l’intenzione di giudicarli e poi giustiziarli. Intervenne però Papa Adriano IVI che si intromise per farli rilasciare. In cambio la città di Venezia impose alla città di Aquilea che ogni anno avrebbe dovuto consegnare ai veneziani 1 toro, 12 pani e 12 maiali ben nutriti perchè potessero festeggiare la liberazione di Grado.
I veneziani tramutarono questa decisione del papa in una presa in giro per umiliare la città di Aquilea.
Ogni anno, a Venezia, si assisteva ad un falso processo in piazza nel quale un toro e 12 maiali, ossia il patriarca con 12 alleati, subivano un processo, venivano condannati e poi giustiziati per decapitazione dal popolo. Questa usanza ebbe lunga vita, sappiamo di certo che l’ultima rappresentazione risale al 22 febbraio del 1802.
L’evento in seguito scomparve ma rimase l’espressione ‘tagliare la testa al toro’ che si diffuse subito dopo l’unificazione del Regno d’Italia.
Qui termina la scadente informazione e l'errato sapere di una fatto, di un evento molto molto più antico e trascendente, di quanto possa immaginare l'uomo mondano, l'umano vano del popolino.
Ultima modifica di Lancillotto2013 il 7/16/2016, 21:58 - modificato 1 volta.
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Colui che comprende creazione e dissoluzione, apparizione e scomparsa degli esseri, saggezza e ignoranza, deve essere chiamato Bhagavan. Le armi non fendono il Sé, il fuoco non lo brucia, non lo bagnano le acque ne lo secca il vento; Egli è detto il non manifesto, l'impensabile, immutabile, insondabile, impermeabile, non soggetto a Darma e Karma.
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Tagliare la testa al Toro, l'antica origine del proverbio
Sapevo della storia della Dea Laksmi (o Lakshmi) e di un particolare scontro che la Dea aveva avuto con uno dei figli di Mara, il cui nome e ruolo, tagliando corto e per capirci meglio, è quello di Satana per i religiosi e gli occultisti occidentali e mediorientali.
Ritaglio corto ancora dicendo solo che la Dea inseguiva questo Demone, colpevole di gravi azioni sulla Terra, il demone, che è sempre una Divinità anche lui, pur essendo un Dio del Male, cercò di sviare Laksmi nascondendosi nel corpo di un Grande Toro infuriato e pericoloso.
Ma la dea Lakshmi, figlia e immagine divina creata direttamente da Radha, la moglie universale di Krishna, è da tutti nota e apprezzata per rettitudine, buon senso, legalità e beneficio immenso, quindi è molto difficile ingannarla.
E infatti la Dea trovato il toro gli taglia la testa, asportata la testa dell'animale, taglia la testa del Demone satanico e lo fa sparire dalla creazione.
Questo è il più antico Tagliare la testa al toro che si conosca, non si conosce ne il tempo ne se il fatto sia avvenuto in un tempo incalcolabile di molti eoni ed ere del passato.
Il ruolo di un demone di una divinità uccisa ed estirpata dall'universo creativo viene in seguito a risorgere, dopo un dato tempo ricompare, e il ruolo è rivestito ma da altra entità maligna "dotata di una lunga storia di cose maligne e di grande demeriti".
Come in politica quindi: la seggiola è la stessa cambia solo il politico che la "siederà"
Il significato è quanto mai esplicito e semplice anche dal punto di vista psicologico e non solo spirituale, ed è questo: la radice del male non può essere ferita o tenuta a bada, nemmeno può essere semplicemente sorvegliata o allontanata.
Al male bisogna doverosamente "tagliare e recidere la testa".
Da una testa maligna che per lungo tempo si dedica solo al male non vi è alcuna speranza o salvezza dentro a una forma ma solo un continuo danno per l'intera comunità di Dei e Uomini, di animali e cose.
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Ritaglio corto ancora dicendo solo che la Dea inseguiva questo Demone, colpevole di gravi azioni sulla Terra, il demone, che è sempre una Divinità anche lui, pur essendo un Dio del Male, cercò di sviare Laksmi nascondendosi nel corpo di un Grande Toro infuriato e pericoloso.
Ma la dea Lakshmi, figlia e immagine divina creata direttamente da Radha, la moglie universale di Krishna, è da tutti nota e apprezzata per rettitudine, buon senso, legalità e beneficio immenso, quindi è molto difficile ingannarla.
E infatti la Dea trovato il toro gli taglia la testa, asportata la testa dell'animale, taglia la testa del Demone satanico e lo fa sparire dalla creazione.
Questo è il più antico Tagliare la testa al toro che si conosca, non si conosce ne il tempo ne se il fatto sia avvenuto in un tempo incalcolabile di molti eoni ed ere del passato.
Il ruolo di un demone di una divinità uccisa ed estirpata dall'universo creativo viene in seguito a risorgere, dopo un dato tempo ricompare, e il ruolo è rivestito ma da altra entità maligna "dotata di una lunga storia di cose maligne e di grande demeriti".
Come in politica quindi: la seggiola è la stessa cambia solo il politico che la "siederà"
Il significato è quanto mai esplicito e semplice anche dal punto di vista psicologico e non solo spirituale, ed è questo: la radice del male non può essere ferita o tenuta a bada, nemmeno può essere semplicemente sorvegliata o allontanata.
Al male bisogna doverosamente "tagliare e recidere la testa".
Da una testa maligna che per lungo tempo si dedica solo al male non vi è alcuna speranza o salvezza dentro a una forma ma solo un continuo danno per l'intera comunità di Dei e Uomini, di animali e cose.
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Re: Dice il Saggio, citazioni di persone famose e di personaggi meno famosi
Un ultima precisazione sulla raffigurazione degli stilisti indiani, la Dea è meno paffuta di quanto disegnano, in mano tiene, nella Realtà, sulla destra la lancia e sulla sinistra uno scudo.
Le mille mani che gli artisti e i vari pittori riportano sono a designare unicamente la velocità e la potenza sovrumana di questa alta divinità e anche le molteplici caratteristiche che la distinguono da altri Spiriti Evoluti e le sono proprie, proprie caratterialmente "oserei dire"
Ad esempio:
Le mille mani che gli artisti e i vari pittori riportano sono a designare unicamente la velocità e la potenza sovrumana di questa alta divinità e anche le molteplici caratteristiche che la distinguono da altri Spiriti Evoluti e le sono proprie, proprie caratterialmente "oserei dire"
Ad esempio:
- La Spada è la Giustizia e il senso pieno di averne potere di pensiero e azione
- Il fiore di Loto è la Purezza piena, indissolubile e intoccabile
- Lo scettro è il Potere sugli universi, potere benefico e di difesa degli esseri viventi
- Lo stelo di grano è la Fecondità e Ricchezza o l'abbondanza in senso generale
- Il rosario è la fede totale nella legge universale ovvero il Darma o Damma
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Il maestro zen e lo scorpione
Il maestro zen e lo scorpione (racconto)
Un maestro zen vide uno scorpione annegare in uno stagno e decise di trarlo in salvo. Quando lo fece, lo scorpione lo punse. Per l’effetto del dolore, il maestro lasciò l’animale che di nuovo cadde in acqua in procinto di annegare. Il maestro tentò di tirarlo nuovamente fuori dall’acqua e l’animale lo punse nuovamente.
Un giovane discepolo che vide la scena gli si avvicinò e gli disse:
“Scusi maestro, perché continuate? Non capite che ogni volta che provate a tirarlo fuori dall’acqua vi punge?”
Il maestro gli rispose:
“La natura dello scorpione è di pungere e questo non cambierà la mia che è di aiutare.”
Allora, il maestro rifletté e con l’aiuto di una foglia, tolse lo scorpione dell’acqua e gli salvò la vita, poi rivolgendosi al suo giovane discepolo, continuò:
“Non cambiare la tua natura se qualcuno ti fa male, prendi solo delle precauzioni. Purtroppo gli uomini sono quasi sempre ingrati del beneficio che gli viene offerto.
Ma questo non è un motivo per smettere di fare del bene o smettere di abbandonare l’amore che vive in te.
Gli uni perseguono la felicità, gli altri lo creano. Preoccupati più della tua coscienza che della tua reputazione. Perché la tua coscienza è ciò che sei, mentre la tua reputazione è solo ciò che gli altri pensano di te.
Quando la vita ti presenta mille ragioni per piangere, mostrale che hai mille ragioni per sorridere.“
Un maestro zen vide uno scorpione annegare in uno stagno e decise di trarlo in salvo. Quando lo fece, lo scorpione lo punse. Per l’effetto del dolore, il maestro lasciò l’animale che di nuovo cadde in acqua in procinto di annegare. Il maestro tentò di tirarlo nuovamente fuori dall’acqua e l’animale lo punse nuovamente.
Un giovane discepolo che vide la scena gli si avvicinò e gli disse:
“Scusi maestro, perché continuate? Non capite che ogni volta che provate a tirarlo fuori dall’acqua vi punge?”
Il maestro gli rispose:
“La natura dello scorpione è di pungere e questo non cambierà la mia che è di aiutare.”
Allora, il maestro rifletté e con l’aiuto di una foglia, tolse lo scorpione dell’acqua e gli salvò la vita, poi rivolgendosi al suo giovane discepolo, continuò:
“Non cambiare la tua natura se qualcuno ti fa male, prendi solo delle precauzioni. Purtroppo gli uomini sono quasi sempre ingrati del beneficio che gli viene offerto.
Ma questo non è un motivo per smettere di fare del bene o smettere di abbandonare l’amore che vive in te.
Gli uni perseguono la felicità, gli altri lo creano. Preoccupati più della tua coscienza che della tua reputazione. Perché la tua coscienza è ciò che sei, mentre la tua reputazione è solo ciò che gli altri pensano di te.
Quando la vita ti presenta mille ragioni per piangere, mostrale che hai mille ragioni per sorridere.“
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Re: Dice il Saggio, citazioni di persone famose e di personaggi meno famosi
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Re: Dice il Saggio, citazioni di persone famose e di personaggi meno famosi
Povero il piccolo animaletto o povero Admin che malgrado lo scherzo della natura , il corpo assomiglia a quell'essere ? .
Ora mi fulmina
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Re: Dice il Saggio, citazioni di persone famose e di personaggi meno famosi
Stà meglio lui di me, ha chi gli dà il mangiare a sbafo e lo cura, non lavora, non paga tasse e non ha nessun problema se non quello di fare la cacca, dopo.
Importante che non sia stitico
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Eroe per Caso- Risvegliato
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U F O- Guru
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Re: Dice il Saggio, citazioni di persone famose e di personaggi meno famosi
Ed una compagna? Dovrà accontentarsi di quella che gli porterà il padrone?...semmai lui gliela porterà
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Scherzando, si può dire di tutto, anche la verità.
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Il pensare è per me un male.
Il non pensare è per me un bene. (DN9 v.18)
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L'uomo deve elevare sé stesso per mezzo di sé stesso.
Poiché solo egli stesso può essere l'amico o il nemico di sé stesso.(BG)
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Ogni realtà, materia, sensazioni, percezioni, conoscenza e realtà condizionate non sono me. Non sono mie. Perciò da esse distaccatevi. Quel distacco è pace, che va al di là di ogni legame. (SN 4.16)
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cassania- Guru
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Dice il saggio
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Colui che comprende creazione e dissoluzione, apparizione e scomparsa degli esseri, saggezza e ignoranza, deve essere chiamato Bhagavan. Le armi non fendono il Sé, il fuoco non lo brucia, non lo bagnano le acque ne lo secca il vento; Egli è detto il non manifesto, l'impensabile, immutabile, insondabile, impermeabile, non soggetto a Darma e Karma.
Lancillotto2013- Guru
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Re: Dice il Saggio, citazioni di persone famose e di personaggi meno famosi
Dhammapada vv. 157 / 166
SE STESSI
157
Se siamo cari a noi stessi
ci veglieremo solleciti
giorno e notte.
158
E' saggio
consolidare se stessi
prima di dare indicazioni agli altri.
159
Il più difficile dei discepoli siamo noi stessi.
Pratica quello che insegni:
doma te stesso
prima di cercare di domare altri.
160
In verità è su di noi
che possiamo contare;
come contare
su qualcun altro?
E' un raro rifugio
arrivare ad affidarci
a noi stessi.
161
Come un diamante taglia la pietra
in cui un tempo albergava
così può sbriciolarti il male
che tu stesso compi.
162
Chi commette il male
si comporta verso se stesso
come il peggiore dei nemici.
Come il rampicante
che soffoca l'albero
che lo sorregge.
163
E' facile a farsi quello
che non fa bene a nessuno
difficile invece è fare alcunché
di veramente utile e buono.
164
Come il bambù distrugge se stesso
nel dare frutto
a se stessi fanno male gli stolti
prestando fede a false opinioni
e deridendo i saggi
che vivono in accordo con la Via.
165
Siamo noi a fare il male
e siamo noi a diventare impuri.
Siamo noi a evitare il male
e siamo noi a essere puri.
La purezza
è nelle nostre mani.
Nessun altro è responsabile.
166
Se conosci la tua strada
percorrila fino in fondo.
Non permettere alle richieste degli altri
per quanto insistenti
di distrarti.
Fonte: Dhammapada
SE STESSI
157
Se siamo cari a noi stessi
ci veglieremo solleciti
giorno e notte.
158
E' saggio
consolidare se stessi
prima di dare indicazioni agli altri.
159
Il più difficile dei discepoli siamo noi stessi.
Pratica quello che insegni:
doma te stesso
prima di cercare di domare altri.
160
In verità è su di noi
che possiamo contare;
come contare
su qualcun altro?
E' un raro rifugio
arrivare ad affidarci
a noi stessi.
161
Come un diamante taglia la pietra
in cui un tempo albergava
così può sbriciolarti il male
che tu stesso compi.
162
Chi commette il male
si comporta verso se stesso
come il peggiore dei nemici.
Come il rampicante
che soffoca l'albero
che lo sorregge.
163
E' facile a farsi quello
che non fa bene a nessuno
difficile invece è fare alcunché
di veramente utile e buono.
164
Come il bambù distrugge se stesso
nel dare frutto
a se stessi fanno male gli stolti
prestando fede a false opinioni
e deridendo i saggi
che vivono in accordo con la Via.
165
Siamo noi a fare il male
e siamo noi a diventare impuri.
Siamo noi a evitare il male
e siamo noi a essere puri.
La purezza
è nelle nostre mani.
Nessun altro è responsabile.
166
Se conosci la tua strada
percorrila fino in fondo.
Non permettere alle richieste degli altri
per quanto insistenti
di distrarti.
Fonte: Dhammapada
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Poiché solo egli stesso può essere l'amico o il nemico di sé stesso.(BG)
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Ogni realtà, materia, sensazioni, percezioni, conoscenza e realtà condizionate non sono me. Non sono mie. Perciò da esse distaccatevi. Quel distacco è pace, che va al di là di ogni legame. (SN 4.16)
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Lo yogi che ha raggiunto questo Stato sente che non esiste ottenimento più prezioso. (BG)
cassania- Guru
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Re: Dice il Saggio, citazioni di persone famose e di personaggi meno famosi
Dice una leggenda araba che due amici viaggiavano nel deserto, quando a un certo punto del viaggio, molto stanchi, uno ha aggredito l'altro. L' offeso, senza dire nulla, ha preso il suo bastone e scrisse nella sabbia: "oggi il mio migliore amico mi ha fatto cadere sul pavimento". passato qualche tempo, hanno seguito in viaggio nel deserto, fino ad arrivare a un oasi. Allora, si bagnarono alla volontà, fino a che l'amico che era stato aggredito, ha iniziato ad annegare. L' altra ha nuotato verso di lui e l'ha portato a riva, sano e salvo. Quando l'amico salvato preso suo ghiaia e scrisse su una pietra, coperta di vegetazione: " oggi il mio migliore amico mi ha salvato la vita ". il primo ha chiesto: " perché quando si è stato aggredito, ha scritto il suo sentimento nella sabbia, E quando è stato salvato scritto nella pietra "? l'altro rispose, sorridendo: " quando un grande amico ci offende dobbiamo registrare questo danno nella sabbia, perché il vento dell'oblio e del perdono si affidino di eliminarlo. Ma quando un amico ci fa qualcosa di straordinario, dobbiamo registrare questo momento nella pietra della memoria e del cuore, dove vento nessuno al mondo può cancellare!
I veri amici non si devono sempre parlare. Non vi dovete visitare sempre. Amici veri sono quelli che si divertono con le nostre vittorie sono i primi ad essere solidali nelle nostre disgrazie.
I veri amici non si devono sempre parlare. Non vi dovete visitare sempre. Amici veri sono quelli che si divertono con le nostre vittorie sono i primi ad essere solidali nelle nostre disgrazie.
FigliadiOsho- Perso per strada
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Re: Dice il Saggio, citazioni di persone famose e di personaggi meno famosi
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Colui che comprende creazione e dissoluzione, apparizione e scomparsa degli esseri, saggezza e ignoranza, deve essere chiamato Bhagavan. Le armi non fendono il Sé, il fuoco non lo brucia, non lo bagnano le acque ne lo secca il vento; Egli è detto il non manifesto, l'impensabile, immutabile, insondabile, impermeabile, non soggetto a Darma e Karma.
Lancillotto2013- Guru
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