Dialogo tra maestro e allievo

Comincia l'allievo con le domande.

D. Perché quando chiudo gli occhi non vedo questa realtà? Vedo buio e non vedo nessuna forma.

R. Perché questa realtà è relativa ai sensi, essendo tale è irreale e inconsistente.

D. Perché quando sogno vedo altre realtà ma non più questa?

R. Perché i tuoi sensi sono spostati là, in quella realtà relativa e tu, vedi e percepisci solo quella.

D. Perché quando vi è sogno profondo non vedo e non sento nessun tipo di realtà e di forme vive?

R. Questo succede perché in completa incoscienza sei in uno stadio di non forma e non coscienza.

D. Ma tale stadio, mondo e realtà è quella reale o che cosa è?

R. Non è il mondo reale e assoluto ne quello relativo e illusorio immaginativo, quello strato è un mondo dove non esiste ne forma ne pensiero, ne coscienza ne alcuna realtà.
Come un cuscino separa la testa del dormiente dal materasso, cosi questo strato incosciente è senza sensazione ne umana, ne divina ne di alcun genere, eppure non è vuota e non è il vuoto nero infinito, poiché questo gli stà sopra di molto ancora.

Tutte queste realtà sono frutto, sono create e non permanenti, se fossero realtà reali e assolute, tu, ad occhi chiusi o nel sogno o nel sonno profondo o in qualsiasi altro stato mentale, spirituale e sovramentale in cui sei "vedresti ogni cosa in modo indifferentemente uguale", a occhi chiusi o aperti, a orecchie tappate o aperte, ugualmente vedresti e sentiresti.
Questa è la differenza tra il reale e l'irreale, tra ciò che gli esseri vani incarnati confondono, credendo reale ciò che non lo è e mai lo sarà, e credendo il reale come cosa impalpabile, di poco conto e interesse probabilmente "inesistente".
Questa è la loro condanna, la loro pena e il castigo che essi si danno da soli, dannandosi per numerose e inutili nascite, morti e reincarnazioni.
 
[Devi essere iscritto e connesso per vedere questa immagine]