Le braccia che cascano ovvero la modestia

Quando si inizia ci si rende conto inevitabilmente che è un compito davvero inarrivabile, impossibile da farsi.
E allora uno si rende conto di quanto sia caduto nella propria impotenza, in basso, senza una opportuna volontà decisionale, ferma, decisa, non stoppabile, senza compromesso, non intralciabile.

Leggendo i monaci del Buddha io si rende conto, se è sincero e non un falso, della sua modestia, e della grande differenza tra lui e quelli, tra il suo modo di vivere e il sacrificio di quelli.

E cosi è giusto, e chi si rende conto è logico, e chi capisce diventa modesto di una modestia effettiva, sincera, non contraffatta e non stupidamente fasulla o perbenistica.

E ciò è fondamentale, l'ammissione dei propri limiti rispetto alla grandiosità di chi li superò con tanta tenacia da lasciarci di stucco, stupiti di fronte a uomini che superarono se stessi nel vivere nel Vero Se Stesso.
E questo è giusto, e chi segue cose giuste vivrà da giusto e prima o poco più tardi .. finirà nel Giusto.

Ma questo Eroi erano fessi? rinunciarono e fecero sacrifici solo per farsi belli? per dire io sono un Monaco?
No, costoro io so bene come vivevano e cosa viveva dentro di loro sfavillando benefica potenza notte e dì.

E lo stesso Buddha lo confermò quando gli chiesero se i suoi allievi non soffrissero di rigida vita, angustiante e monacale:
"Guardateli, cosi pacifici e felici, sempre sorridenti, vi pare per caso che   stiano soffrendo?"    

Pienamente concordo con il tuo discorso, Eroe, troppo abituati a esaltazioni perdiamo il focus delle situazioni importanti

Anche io condivido in pieno con quanto detto .
Ottimo Eroe