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Se la morte è una delle poche certezze della vita, uno dei misteri antropologici che da sempre …
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Strani eventi
7/25/2021, 19:17 Da Lancillotto2013
L'altra settimana stavo spiegando la Trimurti e i compiti, ei pregi e i difetti dei 3 Dei principali che sono adorati da varie religioni con nomee …
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5/24/2019, 10:29 Da kardec
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Interferenze
8/26/2019, 13:40 Da VannaGio
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Assemblea sull'acqua
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nuovo evp
2/19/2019, 22:54 Da kardec
salve ragazzi,dopo tanto tempo siamo riusciti ( o almeno credo ) di aver registrato un nuovo evp!
la registrazione di questo video,l'abbiamo decisa …
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La Via del merito e la Via del Nobile
2 partecipanti
La Via del merito e la Via del Nobile
Quale differenza tra i due modi, tra le due vie?
La via del merito è quella di un asceta che, accumulando migliaia e milioni di meriti in pensieri ed azioni adatte ad aiutare gli altri e non se stesso, ascende in altri mondi una volta trapassato fuori dal corpo, e risorge in mondi di luce superiori.
Cosi un sacerdote, un asceta, un monaco, un prete, un padre di famiglia, una persona seria e positiva di buon intento e intendimento, può ambire a risorgere e rinascere in un mondo più elevato.
Risorgerà in un piano astrale superiore, in un paradiso o in un paradiso più alto del primo paradiso, e cosi via.
Ma col tempo, costui, esauriti i propri debiti accumulati, sarà costretto alla rinascita in mondi inferiori e cosi egli dovrà rifare tutte le esperienze di materia in un corpo, in una forma umana (molto probabile) o anche in una forma animale (poco probabile data la sua indole positiva e dedita al bene).
La Via del Nobile raccontata anche dal Buddha Gautama nel Canone in lingua Pali, ci dice che è Via e Metodo ben diverso da quella dei meriti.
Infatti in questo percorso interiore un asceta raggiunge l'estinzione dell'ego e del corpo, della mente e risorge, pur essendo ancora in vita materiale in un corpo, nei mondi superiori, a contatto con essi però, egli ci rinuncia, rinuncia a ogni morte e vita.
Da questo diniego e rifiuto a risorgere in una forma, sia umana che divina, sia di luce che di alto lignaccio (maestro di luce), questo asceta compie una rivoluzione totale in sé stesso.
Conosciuta la vita grezza e la vita lucente infatti egli non mantiene più alcun interesse per vivere ed avere un ego (mentalità e individualità distinta e divisa dal Sé).
Costui, cosi facendo, alla fine, prima della morte del corpo o appena dopo, risorgerà nel Brahamn, rifiutando in ogni modo qualsiasi altra forma di esistenza che sia divisa e non unitaria con l'Uno Immortale, avendo scoperto in essa la sua effettiva Realtà e Vita Eterna.
E dato che l'importante non è arrivare primi, nella Via del Nobile, resta ben compreso da chiunque che l'importanza è nel tagliare il traguardo.
Chi rimane a metà percorso potrebbe perdere i meriti che ha acquisito sia nella via del merito che in quella Nobile, e ricadere nei mondi mentali dell'egoismo.
E ripeto che non è una corsa ad ostacoli in cui dobbiamo salire su un podio, no, è una corsa contro se stessi, contro il fantasma egoista che ci morde dentro e che ragiona nella mente al posto nostro, spacciandosi per noi stessi e schiacciando il nostro vero IO (atman).
La gara consiste nel vincersi e nel tagliare il traguardo, per primi o per ultimi è del tutto relativo, dato che questa corsa nobile la vince chi taglia il traguardo e non chi arriva prima di un altro.
L'unico altro che ci farà competizione è l'ego che dominando la mente offusca l'animo e allontana la protezione del nostro Spirito Atman.
Ma chi non taglierà il traguardo come potrà dire io ho vinto me stesso?
Come potrà mai affermare io so e io conosco?
La sua sarà sempre una verità a metà, non realizzata e falsamente consapevole.
Per questo è importante fare questo Yoga e questa via cosi: bene all'inizio, bene alla metà, e bene sino alla fine, cioè al traguardo.
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La via del merito è quella di un asceta che, accumulando migliaia e milioni di meriti in pensieri ed azioni adatte ad aiutare gli altri e non se stesso, ascende in altri mondi una volta trapassato fuori dal corpo, e risorge in mondi di luce superiori.
Cosi un sacerdote, un asceta, un monaco, un prete, un padre di famiglia, una persona seria e positiva di buon intento e intendimento, può ambire a risorgere e rinascere in un mondo più elevato.
Risorgerà in un piano astrale superiore, in un paradiso o in un paradiso più alto del primo paradiso, e cosi via.
Ma col tempo, costui, esauriti i propri debiti accumulati, sarà costretto alla rinascita in mondi inferiori e cosi egli dovrà rifare tutte le esperienze di materia in un corpo, in una forma umana (molto probabile) o anche in una forma animale (poco probabile data la sua indole positiva e dedita al bene).
La Via del Nobile raccontata anche dal Buddha Gautama nel Canone in lingua Pali, ci dice che è Via e Metodo ben diverso da quella dei meriti.
Infatti in questo percorso interiore un asceta raggiunge l'estinzione dell'ego e del corpo, della mente e risorge, pur essendo ancora in vita materiale in un corpo, nei mondi superiori, a contatto con essi però, egli ci rinuncia, rinuncia a ogni morte e vita.
Da questo diniego e rifiuto a risorgere in una forma, sia umana che divina, sia di luce che di alto lignaccio (maestro di luce), questo asceta compie una rivoluzione totale in sé stesso.
Conosciuta la vita grezza e la vita lucente infatti egli non mantiene più alcun interesse per vivere ed avere un ego (mentalità e individualità distinta e divisa dal Sé).
Costui, cosi facendo, alla fine, prima della morte del corpo o appena dopo, risorgerà nel Brahamn, rifiutando in ogni modo qualsiasi altra forma di esistenza che sia divisa e non unitaria con l'Uno Immortale, avendo scoperto in essa la sua effettiva Realtà e Vita Eterna.
E dato che l'importante non è arrivare primi, nella Via del Nobile, resta ben compreso da chiunque che l'importanza è nel tagliare il traguardo.
Chi rimane a metà percorso potrebbe perdere i meriti che ha acquisito sia nella via del merito che in quella Nobile, e ricadere nei mondi mentali dell'egoismo.
E ripeto che non è una corsa ad ostacoli in cui dobbiamo salire su un podio, no, è una corsa contro se stessi, contro il fantasma egoista che ci morde dentro e che ragiona nella mente al posto nostro, spacciandosi per noi stessi e schiacciando il nostro vero IO (atman).
La gara consiste nel vincersi e nel tagliare il traguardo, per primi o per ultimi è del tutto relativo, dato che questa corsa nobile la vince chi taglia il traguardo e non chi arriva prima di un altro.
L'unico altro che ci farà competizione è l'ego che dominando la mente offusca l'animo e allontana la protezione del nostro Spirito Atman.
Ma chi non taglierà il traguardo come potrà dire io ho vinto me stesso?
Come potrà mai affermare io so e io conosco?
La sua sarà sempre una verità a metà, non realizzata e falsamente consapevole.
Per questo è importante fare questo Yoga e questa via cosi: bene all'inizio, bene alla metà, e bene sino alla fine, cioè al traguardo.
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Colui che comprende creazione e dissoluzione, apparizione e scomparsa degli esseri, saggezza e ignoranza, deve essere chiamato Bhagavan. Le armi non fendono il Sé, il fuoco non lo brucia, non lo bagnano le acque ne lo secca il vento; Egli è detto il non manifesto, l'impensabile, immutabile, insondabile, impermeabile, non soggetto a Darma e Karma.
Lancillotto2013- Guru
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Re: La Via del merito e la Via del Nobile
Mi fa sempre tanto piacere leggere le tue parole Lanci.
Questo perché mi rafforzano , e cosi anche se sbaglio cerco sempre di rialzarmi e cercare di raddrizzarmi nuovamente.
Io spero di raggiungere , prima che morte mi separi da questo corpo , il Bramhan e finirla per sempre con questa pagliacciata .
Ma non ho ne certezze ne incertezze , io provo e riprovo , senza dire " ce la farò punto e basta " ma nemmeno dicendo " lascio stare , non ne sono in grado ".
Attendo praticando, lottando e pregando chi lassù puo aiutarmi ed è di competenza ( Krisnha e Visnhu ) null'altro posso fare.
Ma se non raggiungerò a quel che aspiro , almeno spero di non perdere ciò che ho appreso , ma bensi di riuscire nella prossima sfera di esistenza una volta per tutte a concludere questo ciclo.
Questo perché mi rafforzano , e cosi anche se sbaglio cerco sempre di rialzarmi e cercare di raddrizzarmi nuovamente.
Io spero di raggiungere , prima che morte mi separi da questo corpo , il Bramhan e finirla per sempre con questa pagliacciata .
Ma non ho ne certezze ne incertezze , io provo e riprovo , senza dire " ce la farò punto e basta " ma nemmeno dicendo " lascio stare , non ne sono in grado ".
Attendo praticando, lottando e pregando chi lassù puo aiutarmi ed è di competenza ( Krisnha e Visnhu ) null'altro posso fare.
Ma se non raggiungerò a quel che aspiro , almeno spero di non perdere ciò che ho appreso , ma bensi di riuscire nella prossima sfera di esistenza una volta per tutte a concludere questo ciclo.
U F O- Guru
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Re: La Via del merito e la Via del Nobile
Bene allora, il tuo ragionare è giusto, e dove c'è sapienza difficile attecchi ancora ignoranza.
Perché nel Canone è citato che Maro, giunto in Paradiso, a fianco di lord Brahma, disse al Gotama:
" e quanti dei maestri che avevi istruito caddero e finirono negli inferi.. ti ricordi o monaco?"
Ps: il problema riguarda voi, o miei fidi... ahahha
Per me, personalmente, il problema invece non sussiste più, non c'è possibilità di discussione alcuna con me .. e, come già successo:
appena Maro alza nu brazzo
sà già che nu schiaffone mio lu fà paunazzo
Perché nel Canone è citato che Maro, giunto in Paradiso, a fianco di lord Brahma, disse al Gotama:
" e quanti dei maestri che avevi istruito caddero e finirono negli inferi.. ti ricordi o monaco?"
Ps: il problema riguarda voi, o miei fidi... ahahha
Per me, personalmente, il problema invece non sussiste più, non c'è possibilità di discussione alcuna con me .. e, come già successo:
appena Maro alza nu brazzo
sà già che nu schiaffone mio lu fà paunazzo
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Colui che comprende creazione e dissoluzione, apparizione e scomparsa degli esseri, saggezza e ignoranza, deve essere chiamato Bhagavan. Le armi non fendono il Sé, il fuoco non lo brucia, non lo bagnano le acque ne lo secca il vento; Egli è detto il non manifesto, l'impensabile, immutabile, insondabile, impermeabile, non soggetto a Darma e Karma.
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