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Concetti fondamentali dell' Induismo

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Concetti fondamentali dell' Induismo Empty Concetti fondamentali dell' Induismo

Messaggio Da Eroe per Caso 3/25/2016, 20:31

Gli antichi illuminati, coloro che hanno dato inizio alla Tradizione, hanno codificato in parole la loro supercoscienza , esprimendo una superconoscenza. Nella storia , all'interno della Tradizione, sono nate molte scuole religiose. Le scuole induiste sono tutt'oggi molteplici : non esiste una dottrina unica ed universale ma si possono codificare alcuni concetti fondamentali necessari comprenderne il linguaggio .
Brahman
Brahman (in devanāgarī ब्रह्मन्, lett. "sviluppo") è un termine sanscrito all'origine di molteplici significati
brahman[ nell'immagine il mistico Arjuna, chiede al dio Khrishna : “Mio Signore, Suprema Persona, cosa è Brahman? cos'è l'Autoconoscenza ? Ti prego, spiegamelo!
” Il Signore Benedetto disse : “Brahman è l' Immortale, il Supremo, e la sua natura è
 chiamata Autoconoscenza. (Brahma-Gyan). ]
Brahman è al di là sei sensi, della mente, dell'intelligenza, e di qualsiasi immaginazione. In realtà, l'idea più elevata che si possa avere di Brahman è che esso è contemporaneamente esistenza e non-esistenza, colui che trascende e include il tempo, la causalità e lo spazio; di conseguenza non potrà mai essere conosciuto attraverso i sensi con i quali tradizio nalmente "conosciamo" un dato concetto o oggetto.
Gli Indù considerano Brahman come Colui che pervade la consapevolezza che sta alla base di tutte le entità animate e inanimate.
L'universo  è consapevolezza, e questa consapevolezza è il Brahman.
Brahman (da non confondersi con la divinità Brahma) è concepito come lo Spirito Universale , ovvero l'Essere infinito e assoluto, che è sia trascendente che immanente il tutto.
E' la somma di tutto ciò che era che è e che sarà. Viene considerato sia come dotato di attributi personali (Saguna Brahman) sia privo di qualsiasi attributo (Nirguna Brahman) . Così ne parlano le Upanishad:
“A ciò che è invisibile e inafferrabile, senza famiglia né casta, senza occhi né orecchi, senza mani né piedi, permanente, onnipervadente, onnipresente, sottilissimo, immutabile, i saggi guardano come matrice di tutti gli elementi.”
(Muniaka Upanishad I.1.6.7)

Il Brahman istruisce gli dèi.
Il termine sanscrito Brahman possiede differenti significati:
 - nella sua accezione di nome "maschile", brahmā indica nei libri Veda un officiante del sacrificio vedico in grado di pronunciare i mantra relativi alla conoscenza ispirata ;
 - nella sua accezione di nome "neutro", brāhman indica nei commentari degli inni vedici denominati Brāhmana , il potere che ispira i cantori Rsi, deputati alla trasmissione orale del sapere cosmico .
-nella riflessione teologica e filosofica propria delle Upanishad  con il termine Brahman (nella forma "neutra") si indica l'unità cosmica da cui tutto procede;
-nel successivo Induismo con Brahman si indica nche Brahmā, il deva creatore.

 Dal Brahman emerge l’etere, dall’etere emerge l’aria, da essa il fuoco, dal fuoco l’acqua e dall’acqua la terra.
Questi sono gli elementi primordiali, che formano tutti gli aspetti materiali e gli aspetti morali dell’universo : al fondo di ogni essere si ritrova il Brahman.
Potremmo dire che se il mondo è fatto di sostanze e le sostanxe di molecole e le molecole di atomi e gli atomi di particelle e le particelle di energia, l'energia primordiale è fatta di Brahman.
Ci sono degli esseri che vengono considerati veri e propri discendenti della Natura Brahmanica.

La mucca è la creatura più sacra al Brahman.
Subito dopo vengono le pecore, le capre, i galli e le galline, le scimmie, i cavalli, gli elefanti, i cervi, i piccioni, le colombe , i passeri, i bufali, i maiali, i pavoni e tutti gli erbivori che amano la pace.
Queste creature sono estremamente senzienti ed emotive e sono considerate gli spiriti sacri al Brahman. Le mucche per esempio incarnano lo spirito della Dea Madre Brahmanica , Gaia , (Madre Natura), e qualsiasi danno venga loro fatto è da considerarsi come una potenziale minaccia alla Dea Madre stessa.

Murti
Nella realtà dell’esperienza quotidiana noi possiamo avere conoscenza solamente delle cose che cadono sotto il nostro sguardo, che possiedono cioè una forma (murta).“Murti ” è un termine sanscrito che indica una manifestazione dimensionale e visiva di una divinità. La loro forma sensibile.
dattaI Veda parlano del Brahman come della Realtà Ultima di tutto che si manifesta in modo personale attraverso gli dèi, chiamati deva . Gli dèi, o deva sono dunque murti del Brahman. L’espressione “tri-murti”, indica le sue tre espressioni formali più elevate, cioè i deva Brahma, Vishnu e Shiva.
Nel linguaggio induista, accanto a  murta c'è l'antonimo  amurta,  che significa " privo di forma sensibile, trascendente "; un essere che racchiuda in sé tutte e due le caratteristiche: murta e amurta, esprime un paradosso, una contraddizione in termini ma questo è possibile se ci si riferisce al Brahman. Il termine Murtamurtam [murta - a - murtam] significa "personale ed impersonale" ed è applicato al Brahman.

L'universo
Secondo la scuola monista dell'induismo La Realtà Cosmica è una unità integrale ,l' Uno.
Essa non conosce separazioni di sorta , come soggettivo-oggettivo o spirito-materia o naturale-soprannaturale .
Tutta la realtà è una ed la manifestazione di un  principio base  , il Brahman, che risulta trascendente-immanente .
Secondo la scuola dualista si ammette una trascendenza del Brahman , separato dalla realtà sensibile; quindi si ammette una differenzizione tra soggetto e oggetto, tra spirito e materia, etc.
  
Il ciclo del tempo è senza fine, tutto viene "proiettato" sul grande schermo che è "l’esistenza" dal Brahman e tutto poi viene riassorbito di nuovo nel Brahman stesso , il Sé. Il tutto rimane allora "potenziale", puro, latente, in attesa della successiva emanazione (proiezione) in un ciclo eterno. Tutti gli universi, i " mondi" , sono l'" uscita da sè " del Sè, la manifestazione del Brahman.

Secondo la Tradizione :

" Tutto ciò che è soggetto al cambiamento non è realtà. La realtà (il Brahman o Sé) è eterna ed immutabile.
 Questo concetto può sembrare inaccettabile in quanto potrebbe portare ad affermazioni quali: “Se tutto è uno, anche uno sciocco è il Brahman?” È il Brahman che si nasconde nei panni di uno sciocco, come il sole si nasconde dietro le nuvole. Tutti noi siamo “sciocchi” a differenti gradi, finché non abbiamo distrutto il velo dell’ignoranza che ci separa dalla realtà. Siamo sciocchi finché non riconosciamo la nostra vera natura, che non ha nascita, non ha morte, che è pura, autoeffulgente, libera, ed è il Signore Supremo.
fonte: [Devi essere iscritto e connesso per vedere questo link]

Atman
Il Brahman è di natura divina, è senza forma, è eterno, assoluto. E’ superindividuale, superpersonale, e tuttavia possiede un aspetto  individuale, personale, l'unico , il vero Sé, l'Individualità Pura, l'  Atman .
 Ogni essere individuale , in quanto tale, ha in se stessò l'Atman, l'individualità pura.
 « "E, dove risiederà la radice del corpo se non nell'acqua? Analogamente se riteniamo il germoglio l'acqua, figlio mio, il calore (tejas) sarà la sua radice. Se consideriamo il calore un germoglio l'essere (sat) sarà la radice.
Tutti i viventi hanno le proprie radici nell'essere (sat), si basano sull'essere, si sostengono sull'essere. Ora mio caro ti è stato detto come queste tre divinità pervenute nell'uomo siano divenute triplici.

Quando un uomo muore, mio caro, la parola rientra nella mente, la sua mente rientra nel soffio vitale, il soffio vitale rientra nel calore e questi rientra nella suprema divinità.
Qualunque sia questa essenza sottile, tutto l'universo è costituito di essa, essa è la realtà di tutto, essa è l' Ātman. Quello sei tu (Tat tvam Asi) o Śvetaketu!".
Chāndogya Upanishad (VI,8,6-7)

Il Brahman è il Tutto giacchè è l'unica Realtà , l'Essere, che sostiene il Tutto esistente.
 Esso è  superpersonale, trascende il concetto ebraico-cristiano occidentale di Persona.
Non è un Dio che parla, comunica , un essere libero capace di autodeterminarsi. E' un Principio.
 Esso ha un  aspetto  che si manifesta come principio di individualità.  Perchè esistono molti individui piante, animali o persone? Perchè in essi e solo in essi si manifesta l'aspetto Individualità del Brahman, l'Atman.
Ātman (devanāgarī आत्म‍ ) è un termine sanscrito di genere maschile, che indica l'"essenza" o il "soffio vitale .

« L'ātman non è soggetto alla nascita, alla decrepitezza, alla malattia ed alla morte. Esso è Realtà della più intima natura umana e d'ogni altro essere e non nasce né viene distrutto quando il corpo viene ucciso. »
Sarva-Vedanta-Siddhanta-Sarasangraha: s. 459

Nella cultura occidentale si può paragonare all' Io immortale, o Io-anima, tenendo presente però che nell'induismo l'atman non è persona, come l'Io immortale occidentale, ma individualità pura, a-personale. In altre parole è lo stesso atman in ogni essere individuale.
Pur essendo fuori dal moto, l'ātman è ciò che permette il movimento all'essere umano. Dice l'antico Maestro induista Sankara :"Brahma Satyam Jagan Mithya Jivo Brahmaiva Na Aparah" , cioè "Solo il Brahman Assoluto è reale; questo mondo è irreale; e il Jiva o anima individuale (= Atman) non è differente dal Brahman."
L'Atman è essenza individuale consapevole ed è auto-evidente (Svatah-siddha) e non può essere dimostrato con prove estranee. Non è possibile negare l'Atman, poiché sarebbe la stessa essenza individuale (l'Io-atman) a negarlo. L'Atman è la base di ogni tipo di conoscenza, inferenza e deduzione.

L'essenza dell'intero universo è la Coscienza cosmica, che lo pervade per intero ed anima tutta la materia, organica ed inorganica. L'atman, è la coscienza individuale che è direttamente collegata a quella Cosmica .
 In corrispondenza a corpo (sharira), mente (manas), intelligenza (buddhi) e il sé (atman) individuali, esistono il Corpo (virat), la Mente (hiranyagarbha), l'Intelligenza (mahat) e il Sé (Brahman) cosmici.

Il sé ( atman) partecipa alla natura della Pura Coscienza (Brahman) e non ha niente a che vedere con la materia (prakriti), di cui sono invece costituiti tutti gli elementi materiali, inclusi la mente e l'intelligenza.
 Secondo la filosofia del sistema Vishishta Advaita (la scuola induista di Ramanuja), l'universo è il corpo del Brahman e il corpo e la mente umana seguono lo stesso modello: entrambi sono governati dall'anima [= l'atman ].
L'atman è l'essenza della personalità umana è il Sé che governa il corpo e la mente, pur essendo diverso da entrambi.
Lila
    
 L'Io empirico (la nostra individualità sensibile) è una realtà di cui abbiamo coscienza quando ci poniamo all'interno del mondo fenomenico.
Ma anche l'Io e' un fenomeno e non solo : quelli che noi chiamiamo  fenomeni  in realtà sono una specie di  gioco di prestigio creativo- conservativo- distruttivo - creativo del Brahman : il Lila ( sanscrito : लीला=gioco).

Lila è il  gioco sacro del Brahman che viene espresso nella Tradizione attraverso il deva Krishna nella sua attività burlonesca e attraverso il deva Shiva nella sua attività di danzatore. Le bricconate di Krishna e la danza di Shiva sono la visione soprasensibile del gioco sacro del Brahman.
Tutto cio' che noi chiamiamo Mondo, e che per i nostri sensi corrisponde alla Relatà, in realtà, è finzione, gioco divino  del Brahman . Quando superiamo la sfera di questo gioco divino , quando ci mettiamo nella prospettiva di  una visione reale della verità delle cose, allora l'Io fenomenico ci appare per quello che è,  il risultato di un incantesimo prodotto dal gioco del Brahman , Lila.


Maya
 Maya è il Potere del Brahman di incantare i sensi degli esseri senzienti facendo apparire loro il Mondo Sensibile . Maya è la dea " illusione", l' Illusione provocata dal gioco di Sostanza ed Energia che dà il sentimento dell'esistenza, che " lì"c'è qualcosa. Mahamaya è "il più grande inganno" che è l'esistenza. Maya rende percettibili le cosa agli uomini così che essi possano accedere alla realtà.
Secondo la tradizione indù Maya è la dea Kali da nubile, o Mahakali, la " datrice di percezione".

Dharma
 Dharma (in devanāgarī: "धर्म") è un termine  sanscrito,dalla radice dhri = che indica il sostenere , ciò che sta sotto, che tutto  sostiene. Nelle religioni orientali in genere indica la religione stessa, il cammino che si percorre in essa.
Il Dharma eterno è la legge divina, universale, cosmica e sacra.
 L'Induismo è Sanatana Dharma , la Legge Universale appunto.
 Il Dharma è una Legge che regola tutti i processi dell’Universo; fisici, psichici, spirituali, etici e sociali .   Tutto è sottoposto al Dharma.
« O guardiani dell'ordine cosmico , o Dei le cui leggi (Dharma) sono sempre realizzate, voi salite sul vasto carro del cielo più alto; a chi, Mitra e Varuna, mostrate il vostro favore, la pioggia del cielo dona abbondanza di miele »
[ Rig Veda ]

La Realtà è fatta di Dharma, di Ordine.
 Il Dharma costituisce la struttura intrinseca del reale.
Poiché tutto è connesso da un Dharma, da un Ordine Universale Eterno, tutto deve continuare incessantemente. Il simbolo del Dharma è una ruota, simbolo di ciclicità incessante. 
Il Dharma personale , la legge naturale, sacra che regola l'esistenza della persona è connesso col Dharma eterno e con tutti gli esseri : non c'è posto per l'individualismo .
Rispettare il Dharma diviene il rispetto di una serie di norme che sono alla base dell'universo naturale e di quello sociale il cui ordine va sempre garantito.

Adharma

Il Dharma trionfa sull'Adharma.
Nessuno può sottrarsi al Dharma :
-agire secondo il Dharma significa  permanere nell'essere, sfuggire al caos;
-operare contro il Dharma vuol  dire scatenare il caos, distruzione  e  morte (Adharma) .
L' adharma ha conseguenze   personali (sul Dharma personale) e cosmiche (sul Dharma universale)  .
La Necessità Universale di Ordine esige che il  Dharma infranto debba essere riparato e l'Ordine naturale, etico e sociale di tutta la realtà del cosmo , il Dharma, venga ristabilito.

Avidya o Nescienza.
Il Brahman gioca ( Lila) creando l'illusione dell'esistenza ( Maya) , la conseguenza per l'atman è l'ignoranza della realtà, Avidya.

Gli uomini compiono il male , azioni contrarie all'Ordine Universale , l'adharma, a  causa della avidiya, l' ignoranza della  Realtà, della Verità, in definitiva l' ignoranza del Brahman.
Dice infatti una preghiera induista molto popolare :
« dall'irreale guidami al reale, dalle tenebre guidami alla luce,dalla morte guidami alla immortalità..»
Il cammino dell'Induismo, il Sanatana Dharma porta l'atman fuori dall'avidya. Le sacre scritture hanno un ruolo fondamentale nella preparazione della mente ad uscire dalla avidiya.

«... Avendo afferrato come un arco quella grande arma che è l'Upanishad (=insegnamento arcano) incocca in essa la freccia acuta della Meditazione avendolo tratto mediante lo Spirito concentrato nella meditazione dell'Essere, riconosci questo  indefettibile come bersaglio da colpire.»
( Mundaka Upanishad II,II,3)

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Respirava, ma non c'era aria, per un suo potere, soltanto Quello, da solo. Oltre a Quello nulla esisteva»
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Messaggio Da Skyguitar 3/26/2016, 18:14

grazie admin, un pozzo di scienza sei Concetti fondamentali dell' Induismo 1519078696

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