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4/23/2019, 00:28 Da Lancillotto2013
Esperienze di morte con ritorno di alcune persone.
Se la morte è una delle poche certezze della vita, uno dei misteri antropologici che da sempre …
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Strani eventi
7/25/2021, 19:17 Da Lancillotto2013
L'altra settimana stavo spiegando la Trimurti e i compiti, ei pregi e i difetti dei 3 Dei principali che sono adorati da varie religioni con nomee …
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nuova registrazione + foto..
5/24/2019, 10:29 Da kardec
salve a tutti..l'altro giorno abbiamo provato a fare una nuova registrazione,dopo che la mia compagna ha posto la domanda,si sente una voce che …
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Interferenze
8/26/2019, 13:40 Da VannaGio
Ciao a tutti, questa mattina mi è successa una cosa alquanto strana. Inizio con il dire che ho perso mia nonna circa un mese fa. Come dicevo questa …
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Assemblea sull'acqua
6/26/2019, 23:47 Da Lancillotto2013
Dopo lunga e molto dura e anche accesa assemblea sull'acqua potabile e l'acqua addolcita in condominio, da mettere sulla condotta generale, cosa …
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nuovo evp
2/19/2019, 22:54 Da kardec
salve ragazzi,dopo tanto tempo siamo riusciti ( o almeno credo ) di aver registrato un nuovo evp!
la registrazione di questo video,l'abbiamo decisa …
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sulla consapevolezza del respiro
5 partecipanti
Forum di Paranormale Misteri Meditazione Spiritualità Yoga e Psiche :: Le parole originali del Buddha
Pagina 1 di 1
sulla consapevolezza del respiro
SN 54.6: Arittha Sutta - Ad Arittha (sulla Consapevolezza del respiro)
A Savatthi. Lì il Benedetto si rivolse ai monaci: "Monaci, sviluppate la consapevolezza del respiro?"
Dette queste parole, il Ven. Arittha disse al Benedetto: "Io sviluppo la consapevolezza del respiro, Signore.."
"E come sviluppi la consapevolezza del respiro, Arittha?"
" Dopo aver abbandonato il desiderio sensuale per i passati piaceri sensuali, Signore, dopo aver eliminato il desiderio sensuale per i futuri piaceri sensuali, e dopo aver completamente sottomesso le percezioni colleriche riguardo agli eventi esterni ed interni, consapevole espiro, consapevole inspiro."
"Vi è la consapevolezza del respiro, Arittha. Non dico che non c'è. Ma come si pratica in dettaglio la consapevolezza del respiro, ascolta e presta attenzione, vado a parlare."
"Come desidera, Signore." - rispose il Ven. Arittha.
Il Benedetto disse: "E come si pratica in dettaglio la consapevolezza del respiro? Allora un monaco, recatosi nella foresta, ai piedi di un albero, o in un luogo isolato, incrociate le gambe,con il corpo eretto, fermamente stabilisce la consapevolezza davanti a sé. Così consapevole espira; così consapevole inspira.
[1] Inspirando un lungo respiro, egli sa:'Inspiro un lungo respiro'; o espirando un lungo respiro, egli sa:'Espiro un lungo respiro.'
[2] Inspirando un breve respiro, egli sa:'Inspiro un breve respiro'; o espirando un breve respiro, egli sa:'Espiro un breve respiro.'
[3] Così si esercita: 'Inspirerò sperimentando tutto il corpo.'( I Commentari affermano che in questo caso si indica il respiro e non il corpo.). Così si esercita:' Espirerò sperimentando tutto il corpo.'
[4] Così si esercita: 'Inspirerò calmando le formazioni karmiche del corpo.' Così si esercita: 'Espirerò calmando le formazioni karmiche del corpo.'
[5] Così si esercita: 'Inspirerò sperimentando l'estasi.' Così si esercita: 'Espirerò sperimentando l'estasi.'
[6] Così si esercita: 'Inspirerò sperimentando il piacere.' Così si esercita: 'Espirerò sperimentando il piacere.'
[7] Così si esercita: 'Inspirerò sperimentando le formazioni mentali.' Così si esercita: 'Espirerò sperimentando le formazioni mentali.'
[8] Così si esercita: 'Inspirerò calmando le formazioni mentali.' Così si esercita: 'Espirerò calmando le formazioni mentali.'
[9] Così si esercita: 'Inspirerò sperimentando la mente.' Così si esercita: 'Espirerò sperimentando la mente.'
[10] Così si esercita: 'Inspirerò allietando la mente.' Così si esercita: 'Espirerò allietando la mente.'
[11] Così si esercita: 'Inspirerò calmando la mente.' Così si esercita: 'Espirerò calmando la mente.'
[12] Così si esercita: 'Inspirerò liberando la mente.' Così si esercita: 'Espirerò liberando la mente.'
[13] Così si esercita: 'Inspirerò contemplando l'impermanenza.' Così si esercita: 'Espirerò contemplando l'impermanenza.'
[14] Così si esercita: 'Inspirerò contemplando l'abbandono delle passioni.' Così si esercita: 'Espirerò contemplando l'abbandono delle passioni.'
[15] Così si esercita: 'Inspirerò contemplando la cessazione.' Così si esercita: 'Espirerò contemplando la cessazione.'
[16] Così si esercita: 'Inspirerò contemplando il distacco.' Così si esercita: 'Espirerò contemplando il distacco.'
Così, Arittha, è sviluppata la consapevolezza del respiro in dettaglio.
Questo passo mi ha profondamente colpito, di una bellezza e semplicità commoventi.
_________________
Impermanenti, mutevoli sono le formazioni
la loro natura è di sorgere e cessare
essendo sorte esse poi cessano
quando si fermano è una benedizione
la loro immobilità è una benedizione
Libera- Guru
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Re: sulla consapevolezza del respiro
Leggendo mi mette quiete nel cuore e unaspecie di pace interiore
Selene- Intelligente
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Re: sulla consapevolezza del respiro
pace dei sensi
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attrae di piu mezza palla di mille verita
bellofuori- Super cristian in attes de' messia
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Re: sulla consapevolezza del respiro
bellofuori ha scritto:pace dei sensi
In un certo senso .. è probabile.
Eroe per Caso- Risvegliato
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Re: sulla consapevolezza del respiro
A me piace molto anche questo.
Vitakkasanthâna Sutta
Svanire delle deliberazioni
Questo ho sentito.
Una volta il Sublime soggiornava presso Sâvatthî, nella Selva del Vincitore, nel giardino di
Anâthapindiko. Là il Signore si rivolse agli uomini:
"Chi tende all'alto, monaci, deve di tempo in tempo tenere presenti cinque specie di idee.
Se un monaco concepisce o si raffigura un'idea, e facendo ciò sorgono in lui deliberazioni nocive e
indegne, immagini di brama, di avversione e di accecamento, allora il monaco deve passare a
un'altra idea, a una immagine degna. Così facendo si disperdono, si dissolvono le deliberazioni
nocive e indegne, le immagini di brama, di avversione e di accecamento; cosicché l'intimo cuore si
rinsalda, si calma, diviene unito e forte. Così come un abile muratore o garzone muratore con un
cuneo sottile può estrarre e espellerne uno grosso, così un monaco con un'idea degna e valida può
scacciarne un'altra nociva e indegna.
Se nel farlo sorgono ancora in lui deliberazioni nocive e indegne, immagini di brama, di avversione
e di accecamento, allora egli deve considerare la miseria di tali deliberazioni indegne, dannose, che
provocano dolore. Nel farlo esse si disperdono, si dissolvono, e il cuore si rinsalda, si calma,
diviene unito e forte. Così come una donna o un uomo giovani, fiorenti, avvenenti potrebbero
spaventarsi se fosse loro legata al collo una carogna di serpe, di cane o una carogna umana; allo
stesso modo un monaco che nel suo sforzo di elevarsi vedesse sorgere ancora in lui deliberazioni
nocive e indegne, immagini di brama, di avversione e di accecamento, dovrebbe nel considerarne
la miseria, vederle disperdersi, dissolversi.
Se in costui, mentre considera la miseria di quelle deliberazioni, sorgono ancora altre
considerazioni nocive, indegne, immagini di brama, avversione e accecamento, egli non deve
concedere loro alcun senso, alcuna attenzione. Nel farlo esse scompaiono, e, avendole superate il
suo cuore si rinsalda, si calma, diventa unito e forte. Così come un uomo di buona vista che non
voglia badare a fenomeni penetranti nel suo spazio visivo, può chiudere gli occhi o guardare
altrove; altrettanto può un monaco non concedere a quelle considerazioni alcun senso, alcuna
attenzione. Così facendo egli le vedrebbe sparire, e, avendole superate, il cuore gli si rinsalderebbe,
si calmerebbe, diverrebbe unito e forte.
Se in costui, quantunque egli non conceda a quelle considerazioni alcun senso, alcuna attenzione,
sorgono altre deliberazioni nocive e indegne, egli deve farle svanire una dopo l'altra, in serie.
Mentre lo fa le deliberazioni si disperdono, si dissolvono. Così come se un uomo camminasse in
fretta e gli venisse il pensiero: ' Perché sto camminando in fretta?
Voglio andare più adagio '. E, mentre va più adagio, gli venisse il pensiero: ' Ma perché cammino
anzitutto? Voglio rimanere fermo '. E, essendo fermo, pensasse: ' Perché sto in piedi? Mi siederò. E,
essendo seduto, pensasse: ' Perché dovrei solo sedermi? Mi voglio distendere '. E se si distendesse
egli avrebbe tralasciato i movimenti più accentuati e avrebbe progressivamente attuato quelli
meno accentuati; alo stesso modo un monaco, se, a dispetto del suo disprezzo e rigetto di quelle
considerazioni, sorgono ancora in lui deliberazioni nocive e indegne, deve farle sparire una dopo
l'altra, in serie.
Se ancora una volta, mentre egli fa svanire una dopo l'altra quelle deliberazioni, ne sorgono delle
altre, egli deve, a denti stretti e lingua aderente al palato, con la volontà, sottoporre, comprimere e
abbattere l'animo. Mentre lo fa le cattive deliberazioni scompaiono e, poiché egli le ha superate, si
rinsalda l'intimo cuore, si calma, diviene unito e forte. Se dunque, monaci, in uno di voi, nel
concepire un'idea, nel raffigurarsi un'idea, sorgono deliberazioni nocive e indegne, immagini di
brama, di avversione e di accecamento ed egli passa ad un'altra immagine degna; se poi egli
considera la miseria di quelle deliberazioni; non concede a quelle deliberazioni alcun senso, alcuna
attenzione; le fa svanire una dopo l'altra; e, a denti strette e lingua aderente al palato, con la
volontà domina l'animo, lo comprime, lo abbatte, le deliberazioni nocive e indegne, le immagini di
brama, di avversione e di accecamento si disperdono, si dissolvono, e, poiché le ha superate, si
rinsalda l'intimo cuore, si calma, diviene unito e forte.
Costui, monaci, viene chiamato signore sulle specie delle deliberazioni. Quale deliberazione vuole,
quella avrà; quale deliberazione non vuole, quella non l'avrà. Egli ha spento la sete, respinto i
vincoli, con la completa conquista della mania ha messo fine al dolore."
Così parlò il Sublime. Contenti si rallegrarono i monaci della sua parola.
Vitakkasanthâna Sutta
Svanire delle deliberazioni
Questo ho sentito.
Una volta il Sublime soggiornava presso Sâvatthî, nella Selva del Vincitore, nel giardino di
Anâthapindiko. Là il Signore si rivolse agli uomini:
"Chi tende all'alto, monaci, deve di tempo in tempo tenere presenti cinque specie di idee.
Se un monaco concepisce o si raffigura un'idea, e facendo ciò sorgono in lui deliberazioni nocive e
indegne, immagini di brama, di avversione e di accecamento, allora il monaco deve passare a
un'altra idea, a una immagine degna. Così facendo si disperdono, si dissolvono le deliberazioni
nocive e indegne, le immagini di brama, di avversione e di accecamento; cosicché l'intimo cuore si
rinsalda, si calma, diviene unito e forte. Così come un abile muratore o garzone muratore con un
cuneo sottile può estrarre e espellerne uno grosso, così un monaco con un'idea degna e valida può
scacciarne un'altra nociva e indegna.
Se nel farlo sorgono ancora in lui deliberazioni nocive e indegne, immagini di brama, di avversione
e di accecamento, allora egli deve considerare la miseria di tali deliberazioni indegne, dannose, che
provocano dolore. Nel farlo esse si disperdono, si dissolvono, e il cuore si rinsalda, si calma,
diviene unito e forte. Così come una donna o un uomo giovani, fiorenti, avvenenti potrebbero
spaventarsi se fosse loro legata al collo una carogna di serpe, di cane o una carogna umana; allo
stesso modo un monaco che nel suo sforzo di elevarsi vedesse sorgere ancora in lui deliberazioni
nocive e indegne, immagini di brama, di avversione e di accecamento, dovrebbe nel considerarne
la miseria, vederle disperdersi, dissolversi.
Se in costui, mentre considera la miseria di quelle deliberazioni, sorgono ancora altre
considerazioni nocive, indegne, immagini di brama, avversione e accecamento, egli non deve
concedere loro alcun senso, alcuna attenzione. Nel farlo esse scompaiono, e, avendole superate il
suo cuore si rinsalda, si calma, diventa unito e forte. Così come un uomo di buona vista che non
voglia badare a fenomeni penetranti nel suo spazio visivo, può chiudere gli occhi o guardare
altrove; altrettanto può un monaco non concedere a quelle considerazioni alcun senso, alcuna
attenzione. Così facendo egli le vedrebbe sparire, e, avendole superate, il cuore gli si rinsalderebbe,
si calmerebbe, diverrebbe unito e forte.
Se in costui, quantunque egli non conceda a quelle considerazioni alcun senso, alcuna attenzione,
sorgono altre deliberazioni nocive e indegne, egli deve farle svanire una dopo l'altra, in serie.
Mentre lo fa le deliberazioni si disperdono, si dissolvono. Così come se un uomo camminasse in
fretta e gli venisse il pensiero: ' Perché sto camminando in fretta?
Voglio andare più adagio '. E, mentre va più adagio, gli venisse il pensiero: ' Ma perché cammino
anzitutto? Voglio rimanere fermo '. E, essendo fermo, pensasse: ' Perché sto in piedi? Mi siederò. E,
essendo seduto, pensasse: ' Perché dovrei solo sedermi? Mi voglio distendere '. E se si distendesse
egli avrebbe tralasciato i movimenti più accentuati e avrebbe progressivamente attuato quelli
meno accentuati; alo stesso modo un monaco, se, a dispetto del suo disprezzo e rigetto di quelle
considerazioni, sorgono ancora in lui deliberazioni nocive e indegne, deve farle sparire una dopo
l'altra, in serie.
Se ancora una volta, mentre egli fa svanire una dopo l'altra quelle deliberazioni, ne sorgono delle
altre, egli deve, a denti stretti e lingua aderente al palato, con la volontà, sottoporre, comprimere e
abbattere l'animo. Mentre lo fa le cattive deliberazioni scompaiono e, poiché egli le ha superate, si
rinsalda l'intimo cuore, si calma, diviene unito e forte. Se dunque, monaci, in uno di voi, nel
concepire un'idea, nel raffigurarsi un'idea, sorgono deliberazioni nocive e indegne, immagini di
brama, di avversione e di accecamento ed egli passa ad un'altra immagine degna; se poi egli
considera la miseria di quelle deliberazioni; non concede a quelle deliberazioni alcun senso, alcuna
attenzione; le fa svanire una dopo l'altra; e, a denti strette e lingua aderente al palato, con la
volontà domina l'animo, lo comprime, lo abbatte, le deliberazioni nocive e indegne, le immagini di
brama, di avversione e di accecamento si disperdono, si dissolvono, e, poiché le ha superate, si
rinsalda l'intimo cuore, si calma, diviene unito e forte.
Costui, monaci, viene chiamato signore sulle specie delle deliberazioni. Quale deliberazione vuole,
quella avrà; quale deliberazione non vuole, quella non l'avrà. Egli ha spento la sete, respinto i
vincoli, con la completa conquista della mania ha messo fine al dolore."
Così parlò il Sublime. Contenti si rallegrarono i monaci della sua parola.
U F O- Guru
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Re: sulla consapevolezza del respiro
Si molto molto tecnico.
Però mi chiedo se devo essere per forza l'unico al mondo che in 5 minuti e con 5 respiri è là nel Brahman.
Essere l'unico è quasi un'ingiustizia .. per me intendo , non certo per voi.
Come esse un marzianino e stà a parlà co le marmotte, che je voj dì?
[Devi essere iscritto e connesso per vedere questa immagine]
"non è più ora di dormirrr disser li monaci di lassù
e io capibbi (dopo) anco lo perché
.. pè pè pè pè "
Però mi chiedo se devo essere per forza l'unico al mondo che in 5 minuti e con 5 respiri è là nel Brahman.
Essere l'unico è quasi un'ingiustizia .. per me intendo , non certo per voi.
Come esse un marzianino e stà a parlà co le marmotte, che je voj dì?
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"non è più ora di dormirrr disser li monaci di lassù
e io capibbi (dopo) anco lo perché
.. pè pè pè pè "
Eroe per Caso- Risvegliato
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Re: sulla consapevolezza del respiro
A quanto pare si Admin , sei l'unico che ci riesce.
Un ingiustizia lo è anche per noi aspiranti , che tanto praticano ma niente raggiungono.
C'aggia fà ?
Un ingiustizia lo è anche per noi aspiranti , che tanto praticano ma niente raggiungono.
C'aggia fà ?
U F O- Guru
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Re: sulla consapevolezza del respiro
Eh ragazzi dovete cambiare sistema si vede, io vi potrei far vedere come mi stendo su un letto e spiegarvi ma siete voi che dovete fare un lavoro di calma e relax interiore e poi NON DORMIRE !!! ma darvi ordini sovramentali senza distrazione di altri pensieri e pensierini.
E' una lotta lo so, ma se non si lascia la razionalità egoica è finita.
La ns. vera natura E' ASTRATTA, totalmente astratta, noi siamo Pensiero e non materia.
E finchè si resta abbindolati a corpo e mente non si entra nel PENSIERO perché la Natura di quel pensiero non è Umana ma è Oltre L'umano, più Umana dell'Umanità.
O uno si rilassa o rimane teso, anche l'aspettativa e la non umiltà di ammettersi "oggi" impossibilitato sono ostacoli egoici.
Invece, con calma, bisogna studiare, leggere e fare e fare e rifare.
Quando poi si inizia ad avere i primi risultati ci si accorgerà che le dimensioni che chiamiamo astratte sono molto più solide di queste dove ogni mattina torniamo e bramosi di questa corporeità di sangue e ossa .. diciamo ECCO MI SONO SVEGLIATO .. e invece .. si è tornati a dormire in un mondo che si crede concreto ed invece è TOTALMENTE IRREALE E .. ASTRATTO .. appunto.
E' dura è.. insisti, non c'è altro modo, quando avrai perso ogni speranza e obbiettivo forse ti sorgerà quel moto autonomo e dirai "ora basta io attraverserò ogni dimensione, costi quel che costi, ce la farò".
Allora è possibile che tu ce la possa fare, ma non sarà quello che tu oggi credi ne quello che suppone la mente ne quell oche ti suggerisce l'ego, sarà una cosa "che ti lascerà di sasso da una parte e che sarà meravigliosa dall'altra"
E' una lotta lo so, ma se non si lascia la razionalità egoica è finita.
La ns. vera natura E' ASTRATTA, totalmente astratta, noi siamo Pensiero e non materia.
E finchè si resta abbindolati a corpo e mente non si entra nel PENSIERO perché la Natura di quel pensiero non è Umana ma è Oltre L'umano, più Umana dell'Umanità.
O uno si rilassa o rimane teso, anche l'aspettativa e la non umiltà di ammettersi "oggi" impossibilitato sono ostacoli egoici.
Invece, con calma, bisogna studiare, leggere e fare e fare e rifare.
Quando poi si inizia ad avere i primi risultati ci si accorgerà che le dimensioni che chiamiamo astratte sono molto più solide di queste dove ogni mattina torniamo e bramosi di questa corporeità di sangue e ossa .. diciamo ECCO MI SONO SVEGLIATO .. e invece .. si è tornati a dormire in un mondo che si crede concreto ed invece è TOTALMENTE IRREALE E .. ASTRATTO .. appunto.
E' dura è.. insisti, non c'è altro modo, quando avrai perso ogni speranza e obbiettivo forse ti sorgerà quel moto autonomo e dirai "ora basta io attraverserò ogni dimensione, costi quel che costi, ce la farò".
Allora è possibile che tu ce la possa fare, ma non sarà quello che tu oggi credi ne quello che suppone la mente ne quell oche ti suggerisce l'ego, sarà una cosa "che ti lascerà di sasso da una parte e che sarà meravigliosa dall'altra"
Eroe per Caso- Risvegliato
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Data d'iscrizione : 06.02.15
Re: sulla consapevolezza del respiro
E' vero Admin , è vero...Admin ha scritto:E' dura è.. insisti, non c'è altro modo, quando avrai perso ogni speranza e obbiettivo forse ti sorgerà quel moto autonomo e dirai "ora basta io attraverserò ogni dimensione, costi quel che costi, ce la farò".
Allora è possibile che tu ce la possa fare, ma non sarà quello che tu oggi credi ne quello che suppone la mente ne quell oche ti suggerisce l'ego, sarà una cosa "che ti lascerà di sasso da una parte e che sarà meravigliosa dall'altra"
L'umiltà è importante , ma a volte sono sicuro di riuscire , eppure non riesco. Perché per me riuscire è la cosa più importante che ci sia , perché andare avanti solo per teoria e leggere e ancora leggere , anche se sempre istruttivo e ottimo , non mi appaga.
Vorrei fare un passo oltre , capisci ? Sto sempre fermo allo stesso punto.
Ok , niente aspettative , però a volte ci si chiede il perché.
Vediamo se succede, vediamo se questo Ufetto che tanto ci sbatte la testa sopra riuscirà piano piano.
Quante volte avrò scritto questa frase ?
U F O- Guru
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Data d'iscrizione : 28.04.15
Re: sulla consapevolezza del respiro
Pensa che ci sono esseri che vagano per milioni di anni reincarnandosi per quasi infinite volte prima di riuscirci.
Io ti ho dato la cosa sul piatto, perché? perché io son fatto cosi, non ci giro intorno, ci ho girato cosi tanto intorno io ..perché gli altri dovrebbero?
Ma ora sei tu che devi arrenderti all'evidenza, il piatto è pronto, devi servirti, che tu riesca con la bocca piegando il capo o che tu riesca usando la mano destra o la sinistra, vai sul piatto e mangia la verità, saziati dell'eternità.
Ma non posso io farlo, tu devi farlo, in piena autonomia.
Qui hai trovato uno che ti ha detto tutto e anche il di più, rischiando ma dietro un avatara, di beccarsi mille offese, mille parole brutte e anche del pazzariello.. ma il problema è che i pazzi sono proprio gli altri .. in questo momento, ignari di ogni cosa e convinti della loro follia.
Io invece sono sanissimo di mente di corpo, nell'anima e nello spirito.
Ecco la fondamentale differenza.
Una differenza che vorrei non ci fosse neanche per una lumaca ma ciò non è giusto ..adesso.
Ognuno deve fare il proprio sforzo personale, perché ognuno ha rifiutato, uscendo, il SE'STESSI, che è il vero SE' e non il vuoto iperbarico mentalista degli illuminati new-age.
L'unico riferimento recente che puoi prendere "recente" è Babaj : ma non mi pare sia vivo e quello si parla la mia stessa lingua, solo che io dico anche i dettagli delle cose, non fermo a descrizioni mistiche del tutto generiche.
Quindi calma e tranquillità ma intanto NON DORMIRE .. perché se non domini il sonno portandoti cosciente in esso e poi oltre esso stesso .. non vai avanti, non hai alcun dominio sovramentale.
Io ti ho dato la cosa sul piatto, perché? perché io son fatto cosi, non ci giro intorno, ci ho girato cosi tanto intorno io ..perché gli altri dovrebbero?
Ma ora sei tu che devi arrenderti all'evidenza, il piatto è pronto, devi servirti, che tu riesca con la bocca piegando il capo o che tu riesca usando la mano destra o la sinistra, vai sul piatto e mangia la verità, saziati dell'eternità.
Ma non posso io farlo, tu devi farlo, in piena autonomia.
Qui hai trovato uno che ti ha detto tutto e anche il di più, rischiando ma dietro un avatara, di beccarsi mille offese, mille parole brutte e anche del pazzariello.. ma il problema è che i pazzi sono proprio gli altri .. in questo momento, ignari di ogni cosa e convinti della loro follia.
Io invece sono sanissimo di mente di corpo, nell'anima e nello spirito.
Ecco la fondamentale differenza.
Una differenza che vorrei non ci fosse neanche per una lumaca ma ciò non è giusto ..adesso.
Ognuno deve fare il proprio sforzo personale, perché ognuno ha rifiutato, uscendo, il SE'STESSI, che è il vero SE' e non il vuoto iperbarico mentalista degli illuminati new-age.
L'unico riferimento recente che puoi prendere "recente" è Babaj : ma non mi pare sia vivo e quello si parla la mia stessa lingua, solo che io dico anche i dettagli delle cose, non fermo a descrizioni mistiche del tutto generiche.
Quindi calma e tranquillità ma intanto NON DORMIRE .. perché se non domini il sonno portandoti cosciente in esso e poi oltre esso stesso .. non vai avanti, non hai alcun dominio sovramentale.
Eroe per Caso- Risvegliato
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Re: sulla consapevolezza del respiro
Questo ho sentito.
Una volta il Sublime soggiornava nella terra dei Vajjî, presso Ukkacelâ, sulla riva del Gange. Là
egli si rivolse ai monaci: "Vi era una volta in Magadhâ, un bovaro di torbida intelligenza, che,
nell'ultimo mese della stagione delle piogge, nell'autunno, senza aver esaminato le due rive, spinse
la sua mandria nel fiume, verso la riva Suvidehâ. E quando i buoi furono giunti in mezzo al Gange,
la corrente li travolse ed annegarono miseramente.
Così avviene di quegli asceti o bramani che non comprendono il mondo di qua e il mondo di là,
non comprendono il regno della morte e quello del senza morte, non comprendono la
temporaneità né l'eternità: chi vuole affidarsi all'arte del nuoto di costoro, a lui ciò riuscirà
largamente di danno e dolore.
Vi era una volta in Magadhâ, un bovaro di lucida intelligenza, che nell'ultimo mese della stagione
delle piogge, nell'autunno, dopo accurato esame delle due rive, spinse la sua mandria in un giusto
guado, verso la riva Suvidehâ. Prima egli spinse dentro i tori, i padri della mandria; questi
attraversarono la corrente del Gange e giunsero salvi all'altra riva.
Quindi egli spinse dentro le vacche ed i buoi forti, poi i giovenchi e le giovenche, e poi i deboli
vitelli, e tutti giunsero salvi all'altra riva. Infine vi era ancora là un tenero vitellino appena nato,
tolto tra i muggiti alla madre, ed anche questo attraversò la corrente del Gange e giunse in salvo
all'altra riva.
Così avviene di quegli asceti o bramani che comprendono il mondo di qua e il mondo di là,
comprendono il regno della morte e quello del senza morte, comprendono la temporaneità e
l'eternità: chi vuole affidarsi all'arte del nuoto di costoro, a lui ciò riuscirà largamente di bene, di
salute. Ora, così come quei tori attraversarono la corrente e giunsero salvi all'altra riva: così anche
quei monaci che sono santi, uomini estinti, giunti alla meta, che hanno operato l'opera, si sono
scaricati del peso, hanno raggiunto lo scopo, distrutto i vincoli dell'esistenza, si sono redenti in
perfetta sapienza, questi hanno attraversato la corrente della natura e sono giunti salvi all'altra
riva.
Come quelle vacche e buoi forti, così anche quei monaci che con l'annientamento dei cinque vincoli
ascendono in alto per poi di là estinguersi, non più tornare in questo mondo, anche essi
attraverseranno la corrente della natura e giungeranno salvi all'altra riva.
Come quei giovenchi e quelle giovenche, così pure quei monaci che hanno spezzato i tre vincoli,
che si sono scaricati di brama, avversione ed errore, già quasi purificati, che ritornano una sola
volta e poi mettono fine al dolore, anche essi attraverseranno la corrente della natura e
giungeranno salvi all'altra riva.
Come quei deboli vitelli, così pure quei monaci che, dopo l'annientamento dei tre vincoli, sono
divenuti uditori del messaggio, sono sfuggiti al danno e, consci dello scopo, si affrettano verso il
pieno risveglio, anche quelli attraverseranno la corrente della natura e giungeranno salvi all'altra
riva.
Come quel tenero vitellino appena nato, così pure quei monaci che sono inclini alla verità, anche
questi attraverseranno la corrente della natura e giungeranno salvi all'altra riva.
Io però, monaci, comprendo il mondo di qua e comprendo il mondo di là, comprendo il regno
della morte e comprendo il regno senza morte, comprendo la temporaneità e comprendo l'eternità.
E quelli che vogliono affidarsi alla mia arte del nuoto, ad essi ciò riuscirà largamente di bene, di
salute."
Questo disse il Sublime. Il Benvenuto, il Maestro aggiunse ancora questi versi:
Il mondo di qua e di là
Chiaramente il Savio svelò:
Mostrò di natura le leggi,
E d'ogni dolore la fine.
Egli vide con occhio svegliato
Il giro di tutta la vita,
E schiuse sicura una porta
All'eterna pace beata.
Così la corrente di morte
Fu vinta, guadata, passata.
Or monaci, siate sereni;
La via è raggiunta sicura.
Una volta il Sublime soggiornava nella terra dei Vajjî, presso Ukkacelâ, sulla riva del Gange. Là
egli si rivolse ai monaci: "Vi era una volta in Magadhâ, un bovaro di torbida intelligenza, che,
nell'ultimo mese della stagione delle piogge, nell'autunno, senza aver esaminato le due rive, spinse
la sua mandria nel fiume, verso la riva Suvidehâ. E quando i buoi furono giunti in mezzo al Gange,
la corrente li travolse ed annegarono miseramente.
Così avviene di quegli asceti o bramani che non comprendono il mondo di qua e il mondo di là,
non comprendono il regno della morte e quello del senza morte, non comprendono la
temporaneità né l'eternità: chi vuole affidarsi all'arte del nuoto di costoro, a lui ciò riuscirà
largamente di danno e dolore.
Vi era una volta in Magadhâ, un bovaro di lucida intelligenza, che nell'ultimo mese della stagione
delle piogge, nell'autunno, dopo accurato esame delle due rive, spinse la sua mandria in un giusto
guado, verso la riva Suvidehâ. Prima egli spinse dentro i tori, i padri della mandria; questi
attraversarono la corrente del Gange e giunsero salvi all'altra riva.
Quindi egli spinse dentro le vacche ed i buoi forti, poi i giovenchi e le giovenche, e poi i deboli
vitelli, e tutti giunsero salvi all'altra riva. Infine vi era ancora là un tenero vitellino appena nato,
tolto tra i muggiti alla madre, ed anche questo attraversò la corrente del Gange e giunse in salvo
all'altra riva.
Così avviene di quegli asceti o bramani che comprendono il mondo di qua e il mondo di là,
comprendono il regno della morte e quello del senza morte, comprendono la temporaneità e
l'eternità: chi vuole affidarsi all'arte del nuoto di costoro, a lui ciò riuscirà largamente di bene, di
salute. Ora, così come quei tori attraversarono la corrente e giunsero salvi all'altra riva: così anche
quei monaci che sono santi, uomini estinti, giunti alla meta, che hanno operato l'opera, si sono
scaricati del peso, hanno raggiunto lo scopo, distrutto i vincoli dell'esistenza, si sono redenti in
perfetta sapienza, questi hanno attraversato la corrente della natura e sono giunti salvi all'altra
riva.
Come quelle vacche e buoi forti, così anche quei monaci che con l'annientamento dei cinque vincoli
ascendono in alto per poi di là estinguersi, non più tornare in questo mondo, anche essi
attraverseranno la corrente della natura e giungeranno salvi all'altra riva.
Come quei giovenchi e quelle giovenche, così pure quei monaci che hanno spezzato i tre vincoli,
che si sono scaricati di brama, avversione ed errore, già quasi purificati, che ritornano una sola
volta e poi mettono fine al dolore, anche essi attraverseranno la corrente della natura e
giungeranno salvi all'altra riva.
Come quei deboli vitelli, così pure quei monaci che, dopo l'annientamento dei tre vincoli, sono
divenuti uditori del messaggio, sono sfuggiti al danno e, consci dello scopo, si affrettano verso il
pieno risveglio, anche quelli attraverseranno la corrente della natura e giungeranno salvi all'altra
riva.
Come quel tenero vitellino appena nato, così pure quei monaci che sono inclini alla verità, anche
questi attraverseranno la corrente della natura e giungeranno salvi all'altra riva.
Io però, monaci, comprendo il mondo di qua e comprendo il mondo di là, comprendo il regno
della morte e comprendo il regno senza morte, comprendo la temporaneità e comprendo l'eternità.
E quelli che vogliono affidarsi alla mia arte del nuoto, ad essi ciò riuscirà largamente di bene, di
salute."
Questo disse il Sublime. Il Benvenuto, il Maestro aggiunse ancora questi versi:
Il mondo di qua e di là
Chiaramente il Savio svelò:
Mostrò di natura le leggi,
E d'ogni dolore la fine.
Egli vide con occhio svegliato
Il giro di tutta la vita,
E schiuse sicura una porta
All'eterna pace beata.
Così la corrente di morte
Fu vinta, guadata, passata.
Or monaci, siate sereni;
La via è raggiunta sicura.
U F O- Guru
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Re: sulla consapevolezza del respiro
Ottimamente detto, io che non sono Proff come Lui ma un mero "Praticone" confermo che tutto è vero: come tutto vero e con buona intenzione, chiara, esplicita, straordinariamente ribaltante ogni ns. convinzione Humanoide che è falsa di detto e di facto.Così avviene di quegli asceti o bramani che comprendono il mondo di qua e il mondo di là,
comprendono il regno della morte e quello del senza morte, comprendono la temporaneità e
l'eternità: chi vuole affidarsi all'arte del nuoto di costoro, a lui ciò riuscirà largamente di bene, di salute. Ora, così come quei tori attraversarono la corrente e giunsero salvi all'altra riva: così anche quei monaci che sono santi, uomini estinti, giunti alla meta, che hanno operato l'opera, si sono scaricati del peso, hanno raggiunto lo scopo, distrutto i vincoli dell'esistenza, si sono redenti in perfetta sapienza, questi hanno attraversato la corrente della natura e sono giunti salvi all'altra riva.
E' tutto cosi ragazzi, io ce l'ho e ve la confermo in pieno, vi faccio da Test e Prova Vivente.
Seguite ogni cosa di quest'uomo che non essendo solo un Uomo (vivo) è anche un Sovrumano amico di tutti coloro che con intelletto e volontà aperta .. vogliono, fortemente, evolvere, ..oltre la vita menzognera, oltre le fasulle emozioni del mio tuo suo, del falso bene morbotico, del falso legame e del falso pensiero opportunistico egocentrico.
Come disse Romeo per le strade di Verona "niente vi è di vero, persino nell'amore più forte vi è falsità, neanche l'amore in questo mondo è vero".
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