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4/23/2019, 00:28 Da Lancillotto2013
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Se la morte è una delle poche certezze della vita, uno dei misteri antropologici che da sempre …
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Strani eventi
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nuova registrazione + foto..
5/24/2019, 10:29 Da kardec
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Interferenze
8/26/2019, 13:40 Da VannaGio
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Assemblea sull'acqua
6/26/2019, 23:47 Da Lancillotto2013
Dopo lunga e molto dura e anche accesa assemblea sull'acqua potabile e l'acqua addolcita in condominio, da mettere sulla condotta generale, cosa …
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nuovo evp
2/19/2019, 22:54 Da kardec
salve ragazzi,dopo tanto tempo siamo riusciti ( o almeno credo ) di aver registrato un nuovo evp!
la registrazione di questo video,l'abbiamo decisa …
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Il cimitero
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DEM
Francesca
Eroe per Caso
Bloham
Lancillotto2013
9 partecipanti
Pagina 1 di 2
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Re: Il cimitero
Sono d'accordo con te, grazie, hai spiegato bene.
Il retto sforzo cosa sarebbe , comportarsi bene , i dieci comandamenti ?
Il retto sforzo cosa sarebbe , comportarsi bene , i dieci comandamenti ?
Claudio- Intelligente
- Messaggi : 161
Punti : 431
Reputazione : 238
Data d'iscrizione : 25.02.15
Re: Il cimitero
Cit .
" Così disse il Sublime , e i monaci si deliziarono e si rallegrarono delle sue parole. "
Che bello scherzare.
------
Retto sforzo, cioè lasciare andare gli stati non salutari e coltivare quelli salutari. Significa anche confidare nella bontà della propria pratica buddhista perseverando con un corretto ed equilibrato impegno nello sforzo, motivato dalla fede che al buddhista praticante proviene dai risultati ottenuti nell'avanzamento lungo il percorso della propria personale realizzazione spirituale e nell'avanzamento verso una sempre maggiore capacità di esercitare la "Corretta azione" nella propria pratica buddhista.
Questa è la definizione ( su wikipedia ) , che si trova nel Nobile Ottuplice Sentiero predicato dal Grande Buddha.
Questo invece sono le parole del Buddha stesso.:
________________
"E cos’è o monaci la nobile verità del sentiero che porta alla cessazione del dolore? Il nobile
ottuplice sentiero: retto pensiero, retta intenzione, retta parola, retta azione, retti mezzi di
sostentamento, retto sforzo, retta consapevolezza, retta concentrazione.
"E cos’è il retto pensiero? La conoscenza delle quattro nobili verità: conoscenza del dolore,
dell’origine del dolore, della cessazione del dolore, del sentiero che porta alla cessazione del
dolore: questo è chiamato retto pensiero.
"E cos’è la retta intenzione? Aspirare alla rinuncia, a liberarsi dalla malevolenza, a non nuocere:
questa è chiamata retta intenzione.
"E cos’è la retta parola? Astenersi dal mentire, da parole che dividono, da parole che feriscono e da
chiacchiere: questa è chiamata retta parola.
"E cos’è la retta azione? Astenersi dall’uccidere, dal rubare, da una condotta sessuale illecita,
dall’uso di intossicanti.
"E cosa sono i retti mezzi di sostentamento? Quando un discepolo del Nobile, avendo abbandonato
la propria vita disonesta, si mantiene grazie a retti mezzi di sostentamento: questi sono chiamati
retti mezzi di sostentamento.
"E cos’è il retto sforzo? Quando un monaco esprime il desiderio, il tentativo, sviluppa la
persistenza, mantiene la sua intenzione di evitare il sorgere di elementi nocivi e non utili, che non
sono ancora sorti.
Quando un monaco esprime il desiderio, il tentativo, sviluppa la persistenza, mantiene la sua
intenzione di abbandonare gli elementi nocivi e non utili, che sono sorti.
Quando un monaco esprime il desiderio, il tentativo, sviluppa la persistenza, mantiene la sua
intenzione di far sorgere elementi utili, che non sono ancora sorti.
Quando un monaco esprime il desiderio, il tentativo, sviluppa la persistenza, mantiene la sua
intenzione di mantenere, non confondere, aumentare, completare, sviluppare e culminare gli
elementi utili che sono sorti: questo è chiamato retto sforzo.
"E cos’è la retta consapevolezza? Quando un monaco rimanendo concentrato sul corpo in esso e su
esso - energico, attento e consapevole - abbandona le passioni e l’angoscia relative al mondo.
Rimanendo concentrato sulle sensazioni in esse e su esse - energico, attento e consapevole -
abbandona le passioni e l’angoscia relative al mondo. Rimanendo concentrato sulla mente in essa e
su essa - energico, attento e consapevole - abbandona le passioni e l’angoscia relative al mondo.
Rimanendo concentrato sugli oggetti mentali in essi e su essi - energico, attento e consapevole -
abbandona le passioni e l’angoscia relative al mondo.
"E cos’è la retta concentrazione? Vi è il caso in cui un monaco – tranquillo, al riparo dalle passioni
sensuali e dagli elementi mentali nocivi – entra e rimane nel primo jhana, costituito da beatitudine
e piacere, sorti dal distacco, accompagnati dal pensiero sostenuto e dalla valutazione (critica).
Rendendo stabile il pensiero sostenuto e la valutazione (critica) egli entra e rimane nel secondo
jhana, costituito da beatitudine e piacere, sorti dalla composizione e unificazione della mente,
libera dal pensiero sostenuto e dalla valutazione (critica). Con il cessare della beatitudine egli
rimane equanime, consapevole e attento, fisicamente sensibile al piacere. Egli entra e rimane nel
terzo jhana, del quale i Nobili dicono: "Equanime e consapevole egli ha una piacevole dimora".
Abbandonando il piacere e il dolore – con il primo dissolversi di gioia e preoccupazione – egli
entra e rimane nel quarto jhana, costituito dalla pura equanimità e consapevolezza, priva di
piacere e dolore. Questa è chiamata retta concentrazione.
Questa è chiamata nobile verità del sentiero della pratica che porta alla cessazione del dolore.
In questo modo rimane concentrato presso gli oggetti mentali interni sugli oggetti mentali , o
presso gli oggetti mentali esterni sugli oggetti mentali o interiormente e esteriormente presso gli
oggetti mentali sugli oggetti mentali. Oppure rimane concentrato sul fenomeno del nascere degli
oggetti mentali, o sul fenomeno del cessare degli oggetti mentali o sui fenomeni del nascere e
cessare degli oggetti mentali. La sua consapevolezza che "esistono gli oggetti mentali" viene
mantenuta fino allo stato di più alta conoscenza e di piena attenzione. Egli rimane libero e nulla
desidera al mondo. Così un monaco rimane concentrato presso gli oggetti mentali sugli oggetti
mentali, in riferimento alle quattro nobili verità.
---------------------
Spero di essere stato esaustivo.
" Così disse il Sublime , e i monaci si deliziarono e si rallegrarono delle sue parole. "
Che bello scherzare.
------
Retto sforzo, cioè lasciare andare gli stati non salutari e coltivare quelli salutari. Significa anche confidare nella bontà della propria pratica buddhista perseverando con un corretto ed equilibrato impegno nello sforzo, motivato dalla fede che al buddhista praticante proviene dai risultati ottenuti nell'avanzamento lungo il percorso della propria personale realizzazione spirituale e nell'avanzamento verso una sempre maggiore capacità di esercitare la "Corretta azione" nella propria pratica buddhista.
Questa è la definizione ( su wikipedia ) , che si trova nel Nobile Ottuplice Sentiero predicato dal Grande Buddha.
Questo invece sono le parole del Buddha stesso.:
________________
"E cos’è o monaci la nobile verità del sentiero che porta alla cessazione del dolore? Il nobile
ottuplice sentiero: retto pensiero, retta intenzione, retta parola, retta azione, retti mezzi di
sostentamento, retto sforzo, retta consapevolezza, retta concentrazione.
"E cos’è il retto pensiero? La conoscenza delle quattro nobili verità: conoscenza del dolore,
dell’origine del dolore, della cessazione del dolore, del sentiero che porta alla cessazione del
dolore: questo è chiamato retto pensiero.
"E cos’è la retta intenzione? Aspirare alla rinuncia, a liberarsi dalla malevolenza, a non nuocere:
questa è chiamata retta intenzione.
"E cos’è la retta parola? Astenersi dal mentire, da parole che dividono, da parole che feriscono e da
chiacchiere: questa è chiamata retta parola.
"E cos’è la retta azione? Astenersi dall’uccidere, dal rubare, da una condotta sessuale illecita,
dall’uso di intossicanti.
"E cosa sono i retti mezzi di sostentamento? Quando un discepolo del Nobile, avendo abbandonato
la propria vita disonesta, si mantiene grazie a retti mezzi di sostentamento: questi sono chiamati
retti mezzi di sostentamento.
"E cos’è il retto sforzo? Quando un monaco esprime il desiderio, il tentativo, sviluppa la
persistenza, mantiene la sua intenzione di evitare il sorgere di elementi nocivi e non utili, che non
sono ancora sorti.
Quando un monaco esprime il desiderio, il tentativo, sviluppa la persistenza, mantiene la sua
intenzione di abbandonare gli elementi nocivi e non utili, che sono sorti.
Quando un monaco esprime il desiderio, il tentativo, sviluppa la persistenza, mantiene la sua
intenzione di far sorgere elementi utili, che non sono ancora sorti.
Quando un monaco esprime il desiderio, il tentativo, sviluppa la persistenza, mantiene la sua
intenzione di mantenere, non confondere, aumentare, completare, sviluppare e culminare gli
elementi utili che sono sorti: questo è chiamato retto sforzo.
"E cos’è la retta consapevolezza? Quando un monaco rimanendo concentrato sul corpo in esso e su
esso - energico, attento e consapevole - abbandona le passioni e l’angoscia relative al mondo.
Rimanendo concentrato sulle sensazioni in esse e su esse - energico, attento e consapevole -
abbandona le passioni e l’angoscia relative al mondo. Rimanendo concentrato sulla mente in essa e
su essa - energico, attento e consapevole - abbandona le passioni e l’angoscia relative al mondo.
Rimanendo concentrato sugli oggetti mentali in essi e su essi - energico, attento e consapevole -
abbandona le passioni e l’angoscia relative al mondo.
"E cos’è la retta concentrazione? Vi è il caso in cui un monaco – tranquillo, al riparo dalle passioni
sensuali e dagli elementi mentali nocivi – entra e rimane nel primo jhana, costituito da beatitudine
e piacere, sorti dal distacco, accompagnati dal pensiero sostenuto e dalla valutazione (critica).
Rendendo stabile il pensiero sostenuto e la valutazione (critica) egli entra e rimane nel secondo
jhana, costituito da beatitudine e piacere, sorti dalla composizione e unificazione della mente,
libera dal pensiero sostenuto e dalla valutazione (critica). Con il cessare della beatitudine egli
rimane equanime, consapevole e attento, fisicamente sensibile al piacere. Egli entra e rimane nel
terzo jhana, del quale i Nobili dicono: "Equanime e consapevole egli ha una piacevole dimora".
Abbandonando il piacere e il dolore – con il primo dissolversi di gioia e preoccupazione – egli
entra e rimane nel quarto jhana, costituito dalla pura equanimità e consapevolezza, priva di
piacere e dolore. Questa è chiamata retta concentrazione.
Questa è chiamata nobile verità del sentiero della pratica che porta alla cessazione del dolore.
In questo modo rimane concentrato presso gli oggetti mentali interni sugli oggetti mentali , o
presso gli oggetti mentali esterni sugli oggetti mentali o interiormente e esteriormente presso gli
oggetti mentali sugli oggetti mentali. Oppure rimane concentrato sul fenomeno del nascere degli
oggetti mentali, o sul fenomeno del cessare degli oggetti mentali o sui fenomeni del nascere e
cessare degli oggetti mentali. La sua consapevolezza che "esistono gli oggetti mentali" viene
mantenuta fino allo stato di più alta conoscenza e di piena attenzione. Egli rimane libero e nulla
desidera al mondo. Così un monaco rimane concentrato presso gli oggetti mentali sugli oggetti
mentali, in riferimento alle quattro nobili verità.
---------------------
Spero di essere stato esaustivo.
U F O- Guru
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Re: Il cimitero
e finalmente ho capito che cosa è retto e che cosa non il retto , mazzate o' quante cose che sai
Eroe per Caso- Risvegliato
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Re: Il cimitero
Grazie .... Admin
A forza di leggerlo su tutte le pagine , l'ho capito.
Il Buddha lo ripete in tute le pagine !
A forza di leggerlo su tutte le pagine , l'ho capito.
Il Buddha lo ripete in tute le pagine !
U F O- Guru
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Data d'iscrizione : 28.04.15
Re: Il cimitero
aaah, ma ci avrai messo mezzo pomeriggio a scriverlo cosi bene
Eroe per Caso- Risvegliato
- Messaggi : 4317
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Re: Il cimitero
Assolutamente no ! .
Anche io mi sono dato da fare per raggiungere la montagna che da Maometto non va !
Ancora la devo raggiungere , ma penso di aver imboccato il sentiero giusto.
Anche io mi sono dato da fare per raggiungere la montagna che da Maometto non va !
Ancora la devo raggiungere , ma penso di aver imboccato il sentiero giusto.
U F O- Guru
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Data d'iscrizione : 28.04.15
Re: Il cimitero
è già una esperienza importante entrare in un buon percorso, ne ho visti tanti di falsi santoni che raccontano balle su balle e tanti sono emeriti arroganti e maestri di fandonia o sfruttatori dei soldi altrui e di gente debole di mente.
Qua su questo Forum puoi stare tranquillo, magari si scherza occhei ma nessuno lo farà per confonderti, trattarti male, sputar sentenze alla Oscio Club, Testimoni di Genova , sette Para-cattolicanti di santa romana chiesa .. no, anche se possono iscriversi e dire "in pace" anche la loro idea.. per pur piccola che sia.
Stai sicuro che il percorso è buono, ma ti richiederà un grande sforzo personale, mesi e mesi di applicazione e qualche rinuncia in più, ma noi non siamo Monaci del Buddha, pur essendo simpatizzanti a lui amici o fedeli o ecc..
Però un periodo ci vuole, e ci vuole impegno e studio, non basta leggere veloci ma bisogna entrare nel pensiero di Qeull'Uomo che scrisse e analizzò la mente umana e l'umanità cosi in dettaglio, con una ANALISI TECNICA veramente unica.
Ps: stasera piuttosto che famo? noi tutti in disco.teka
Qua su questo Forum puoi stare tranquillo, magari si scherza occhei ma nessuno lo farà per confonderti, trattarti male, sputar sentenze alla Oscio Club, Testimoni di Genova , sette Para-cattolicanti di santa romana chiesa .. no, anche se possono iscriversi e dire "in pace" anche la loro idea.. per pur piccola che sia.
Stai sicuro che il percorso è buono, ma ti richiederà un grande sforzo personale, mesi e mesi di applicazione e qualche rinuncia in più, ma noi non siamo Monaci del Buddha, pur essendo simpatizzanti a lui amici o fedeli o ecc..
Però un periodo ci vuole, e ci vuole impegno e studio, non basta leggere veloci ma bisogna entrare nel pensiero di Qeull'Uomo che scrisse e analizzò la mente umana e l'umanità cosi in dettaglio, con una ANALISI TECNICA veramente unica.
Ps: stasera piuttosto che famo? noi tutti in disco.teka
Eroe per Caso- Risvegliato
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Re: Il cimitero
E' proprio su questo che volevo una chiarezza.
Con la parola applicazione cosa intendi ?
intendi mettere in atto le parole del Buddha ?
Se si , ho intrapreso la via giusta
.
Oppure intendi un altra cosa ?
PS: Ne ho una non distante da casa , è pieno di figlie di Mara senza vestiti
Non che ci sono mai andato eh !
Con la parola applicazione cosa intendi ?
intendi mettere in atto le parole del Buddha ?
Se si , ho intrapreso la via giusta
.
Oppure intendi un altra cosa ?
PS: Ne ho una non distante da casa , è pieno di figlie di Mara senza vestiti
Non che ci sono mai andato eh !
U F O- Guru
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Data d'iscrizione : 28.04.15
Re: Il cimitero
L'applicazione è pensiero, ragionamento, parola e azione.
Ma non basta, devi fare una rivoluzione dentro di te, uscire di casa e guardare il mondo sapendo che è un teatrino, una messa in scena, bella o brutta, tenera o sadica, intellellettiva o ignorabile, la devi comprendere da zero, come se tutto ciò che ti hanno insegnato e detto sia da buttare al gabinetto, false idee.
Cosi sentirai che quando ti svegli la mente ti chiamerà con i suoi pensieri e ti dirà "bentornato, benvegliato, ma tu chi sei? chi sei ? perché sei cosi potente?"
Quando sentirai questi pensieri mentali appena sveglio e con gli occhi ancora socchiusi, i nquel momento sarai sicuro che sti facendo Rivoluzione Interiore, che tutte le falsità scadono, e che la mente dubbiosa inizia a non dar retta più al tuo egoismo e si rivolge ora a te al tuo "io interiore" in cerca di risposte e di appoggio "moralistico", perché tu non sei lei e lei non è l'ego, e loro due senza te si afflosciano in poco tempo, pochi mesi.
Il tempo che ti servirà per Liberarti dalle catene dell'illusione.
E in questo credo che Gautama sia il miglior maestro, se non l'unico per ampiezza di spiegazioni profonde e approfondite.
Come s. francesco ha buttato via i vestiti tu butta via tutti i condizionamenti (insegnamenti mentali dogmatici precedenti che arrivarono dall'esterno del tuo "io").
Ma non basta, devi fare una rivoluzione dentro di te, uscire di casa e guardare il mondo sapendo che è un teatrino, una messa in scena, bella o brutta, tenera o sadica, intellellettiva o ignorabile, la devi comprendere da zero, come se tutto ciò che ti hanno insegnato e detto sia da buttare al gabinetto, false idee.
Cosi sentirai che quando ti svegli la mente ti chiamerà con i suoi pensieri e ti dirà "bentornato, benvegliato, ma tu chi sei? chi sei ? perché sei cosi potente?"
Quando sentirai questi pensieri mentali appena sveglio e con gli occhi ancora socchiusi, i nquel momento sarai sicuro che sti facendo Rivoluzione Interiore, che tutte le falsità scadono, e che la mente dubbiosa inizia a non dar retta più al tuo egoismo e si rivolge ora a te al tuo "io interiore" in cerca di risposte e di appoggio "moralistico", perché tu non sei lei e lei non è l'ego, e loro due senza te si afflosciano in poco tempo, pochi mesi.
Il tempo che ti servirà per Liberarti dalle catene dell'illusione.
E in questo credo che Gautama sia il miglior maestro, se non l'unico per ampiezza di spiegazioni profonde e approfondite.
Come s. francesco ha buttato via i vestiti tu butta via tutti i condizionamenti (insegnamenti mentali dogmatici precedenti che arrivarono dall'esterno del tuo "io").
Eroe per Caso- Risvegliato
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Re: Il cimitero
Scusa la domanda ma : come buttare al gabinetto tutte le false idee, come vedere con occhi diversi il mondo rendendosi conto che è un teatrino ?
Come comprenderlo da zero ?
Come comprenderlo da zero ?
U F O- Guru
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Re: Il cimitero
Ufo Ufo ma che mi combini mai ...
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e cosi .. comprendi come fare e come rifiutare le impressioni che da miliardi di anni ci hanno e ci siamo FISSATI NELL'ANIMA.
ma la strada ..richiede mesi, una cosa alla volta
-----------------
7. “L’immortalità non si consegue mediante le ricchezze”, dichiara la sruti; è chiaro che la liberazione non può essere ottenuta con azioni materiali meritorie.
8. L’intelligente ricercatore, che ha rinunciato al desiderio per gli oggetti sensoriali, deve avvicinare debitamente un buon e generoso Istruttore, concentrandosi sul vero significato delle parole e sforzandosi di realizzare la propria emancipazione.
9. Raggiunto lo stato di yogarudha, con l’ininterrotta discriminazione, il ricercatore deve strapparsi dall’oceano delle trasmigrazioni nel quale si trova.
10. Il dotto asceta che vuole realizzare il Sé deve trascendere tutte le azioni e rompere le catene delle nascite e delle morti.
11. Le azioni meritorie servono a purificare la mente, non a comprendere la realtà.
La realizzazione del Sé è sempre frutto di investigazione discriminante e non di azioni meritorie per quanto numerose.
12. Solo con la corretta investigazione si finisce per comprendere che la corda è stata scambiata per l’illusorio serpente, facendo così cessare ogni timore e sofferenza.
13. Si arriva a conoscere il Sé seguendo i salutari consigli di un Saggio realizzato, non bagnandosi nelle acque sacre, moltiplicando le offerte o facendo interminabili pranayama.
14. Il successo finale dipende essenzialmente dalle qualificazioni del ricercatore; il tempo, il luogo e l’impiego di mezzi ausiliari sono aspetti secondari.
15. Un ricercatore del Sé deve appoggiarsi alla propria investigazione, dopo aver abilmente avvicinato un Istruttore, il quale deve possedere la perfetta conoscenza del Brahman e una grande compassione.
16. La comprensione di sé, la conoscenza oggettiva, l’abilità di riconoscere la verità nelle Scritture o di capire le contrapposizioni relative, sono le qualità che deve possedere un candidato alla liberazione degno della conoscenza dell’ātman.
17. Solo colui che usa il discernimento, il distacco, la calma con le qualità concomitanti, e che aspira ardentemente alla liberazione può investigare sul Brahman.
18. I Saggi hanno detto che per la realizzazione occorre praticare quattro qualificazioni, senza le quali l’attuazione del Brahman può fallire.
19. La prima è la discriminazione tra reale e irreale, la seconda è il distacco da ogni frutto dell’azione sia in questo mondo sia in altri, la terza è costituita dal gruppo delle sei qualità, quali la calma mentale, ecc., e la quarta è l’aspirazione ferma e ardente alla liberazione.
20. Il discernimento tra reale e irreale si fonda sull’incrollabile convinzione che solo Brahman è reale e che l’universo fenomenico è non-reale.
21. Vairāgya è il distacco da tutti i godimenti transitori, da quelli corporali a quelli corrispondenti allo stato di Brahmā. La rinuncia, fondata sulla riflessione personale e sull’insegnamento del guru, dev’essere applicata a tutti gli organi e a tutte le condizioni di godimento.
22. Sama è la condizione di mente pacificata che contempla costantemente la meta, dopo essersi distaccata dalla molteplicità degli oggetti sensibili perché ne ha messo in evidenza la loro vacuità.
23. Dama, o autodominio, si ha quando si staccano i due gruppi di organi sensoriali dai loro oggetti corrispondenti, riportandoli ai loro rispettivi centri. Il raccoglimento è reputato perfetto quando gli oggetti esterni cessano di mettere in moto le modificazioni mentali.
24. Titiksa, o la pazienza, è quella condizione che sa accettare le afflizioni senza risentimento o ribellione, trovandosi libera da ogni ansietà e da ogni lamento.
25. Sraddha è l’aderenza fiduciosa alla verità esposta nelle Scritture e dal proprio guru; con essa si perviene ad apprendere il reale.
26. Samadhana, o fermezza mentale, è quella condizione in cui la buddhi è costantemente concentrata sull’assoluto Brahman, senza cadere nel gioco mentale.
27. Mumuksuta, o l’anelito all’emancipazione, è quella determinazione di apprendere la propria reale natura affrancandosi da tutte le forme di schiavitù, da quelle relative al senso dell’io a quelle del corpo grossolano create dall’ignoranza.
28. Nei tiepidi, questa sete di liberazione può essere risvegliata con l’aiuto di vairāgya, di sama, ecc., e con l’influsso dell’Istruttore.
29. Sama e le altre qualità hanno vero significato ed effetti positivi solo quando vairāgya e la sete di liberazione si affermano con vigore.
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ma la strada ..richiede mesi, una cosa alla volta
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7. “L’immortalità non si consegue mediante le ricchezze”, dichiara la sruti; è chiaro che la liberazione non può essere ottenuta con azioni materiali meritorie.
8. L’intelligente ricercatore, che ha rinunciato al desiderio per gli oggetti sensoriali, deve avvicinare debitamente un buon e generoso Istruttore, concentrandosi sul vero significato delle parole e sforzandosi di realizzare la propria emancipazione.
9. Raggiunto lo stato di yogarudha, con l’ininterrotta discriminazione, il ricercatore deve strapparsi dall’oceano delle trasmigrazioni nel quale si trova.
10. Il dotto asceta che vuole realizzare il Sé deve trascendere tutte le azioni e rompere le catene delle nascite e delle morti.
11. Le azioni meritorie servono a purificare la mente, non a comprendere la realtà.
La realizzazione del Sé è sempre frutto di investigazione discriminante e non di azioni meritorie per quanto numerose.
12. Solo con la corretta investigazione si finisce per comprendere che la corda è stata scambiata per l’illusorio serpente, facendo così cessare ogni timore e sofferenza.
13. Si arriva a conoscere il Sé seguendo i salutari consigli di un Saggio realizzato, non bagnandosi nelle acque sacre, moltiplicando le offerte o facendo interminabili pranayama.
14. Il successo finale dipende essenzialmente dalle qualificazioni del ricercatore; il tempo, il luogo e l’impiego di mezzi ausiliari sono aspetti secondari.
15. Un ricercatore del Sé deve appoggiarsi alla propria investigazione, dopo aver abilmente avvicinato un Istruttore, il quale deve possedere la perfetta conoscenza del Brahman e una grande compassione.
16. La comprensione di sé, la conoscenza oggettiva, l’abilità di riconoscere la verità nelle Scritture o di capire le contrapposizioni relative, sono le qualità che deve possedere un candidato alla liberazione degno della conoscenza dell’ātman.
17. Solo colui che usa il discernimento, il distacco, la calma con le qualità concomitanti, e che aspira ardentemente alla liberazione può investigare sul Brahman.
18. I Saggi hanno detto che per la realizzazione occorre praticare quattro qualificazioni, senza le quali l’attuazione del Brahman può fallire.
19. La prima è la discriminazione tra reale e irreale, la seconda è il distacco da ogni frutto dell’azione sia in questo mondo sia in altri, la terza è costituita dal gruppo delle sei qualità, quali la calma mentale, ecc., e la quarta è l’aspirazione ferma e ardente alla liberazione.
20. Il discernimento tra reale e irreale si fonda sull’incrollabile convinzione che solo Brahman è reale e che l’universo fenomenico è non-reale.
21. Vairāgya è il distacco da tutti i godimenti transitori, da quelli corporali a quelli corrispondenti allo stato di Brahmā. La rinuncia, fondata sulla riflessione personale e sull’insegnamento del guru, dev’essere applicata a tutti gli organi e a tutte le condizioni di godimento.
22. Sama è la condizione di mente pacificata che contempla costantemente la meta, dopo essersi distaccata dalla molteplicità degli oggetti sensibili perché ne ha messo in evidenza la loro vacuità.
23. Dama, o autodominio, si ha quando si staccano i due gruppi di organi sensoriali dai loro oggetti corrispondenti, riportandoli ai loro rispettivi centri. Il raccoglimento è reputato perfetto quando gli oggetti esterni cessano di mettere in moto le modificazioni mentali.
24. Titiksa, o la pazienza, è quella condizione che sa accettare le afflizioni senza risentimento o ribellione, trovandosi libera da ogni ansietà e da ogni lamento.
25. Sraddha è l’aderenza fiduciosa alla verità esposta nelle Scritture e dal proprio guru; con essa si perviene ad apprendere il reale.
26. Samadhana, o fermezza mentale, è quella condizione in cui la buddhi è costantemente concentrata sull’assoluto Brahman, senza cadere nel gioco mentale.
27. Mumuksuta, o l’anelito all’emancipazione, è quella determinazione di apprendere la propria reale natura affrancandosi da tutte le forme di schiavitù, da quelle relative al senso dell’io a quelle del corpo grossolano create dall’ignoranza.
28. Nei tiepidi, questa sete di liberazione può essere risvegliata con l’aiuto di vairāgya, di sama, ecc., e con l’influsso dell’Istruttore.
29. Sama e le altre qualità hanno vero significato ed effetti positivi solo quando vairāgya e la sete di liberazione si affermano con vigore.
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Colui che comprende creazione e dissoluzione, apparizione e scomparsa degli esseri, saggezza e ignoranza, deve essere chiamato Bhagavan. Le armi non fendono il Sé, il fuoco non lo brucia, non lo bagnano le acque ne lo secca il vento; Egli è detto il non manifesto, l'impensabile, immutabile, insondabile, impermeabile, non soggetto a Darma e Karma.
Lancillotto2013- Guru
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Re: Il cimitero
" Il discernimento tra reale e irreale si fonda sull’incrollabile convinzione che solo Brahman è reale e che l’universo fenomenico è non-reale. "
"Solo colui che usa il discernimento, il distacco, la calma con le qualità concomitanti, e che aspira ardentemente alla liberazione può investigare sul Brahman."
A questo anche si , l'ho capito.
Ma ... Non so come esprimermi.
Penso che so abbastanza bene la teoria ( In maniera minima rispetto a voi , ma l'ho capita ) , ma è la pratica che non va. Ed è proprio la pratica che non so come applicare. E non parlo del Dhamma.
O forse sono pippe mentali e basta quelle che i faccio. Forse ancora devo aspettare .
"Solo colui che usa il discernimento, il distacco, la calma con le qualità concomitanti, e che aspira ardentemente alla liberazione può investigare sul Brahman."
A questo anche si , l'ho capito.
Ma ... Non so come esprimermi.
Penso che so abbastanza bene la teoria ( In maniera minima rispetto a voi , ma l'ho capita ) , ma è la pratica che non va. Ed è proprio la pratica che non so come applicare. E non parlo del Dhamma.
O forse sono pippe mentali e basta quelle che i faccio. Forse ancora devo aspettare .
U F O- Guru
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Re: Il cimitero
Non devi aspettare, devi solo andare avanti e leggendo e pensando e riflettendo rilassarti dentro.
Ci vuole tempo e impegno costante, più il pensiero punterà a discutere e mettersi in discussione e più andrai avanti.
Ci vuole il suo tempo, ma non è un'aspettativa, e una Crescita che stai facendo.. è una cosa diversa da quella che pensi.
Aspettare è una cosa, Crescere pensando riflettendo imparando e discriminando le parole (che non sono teoria), piano piano cresci, poi crescendo arrivano da sole le cose.. tu stesso le farai senza nemmeno capire che cosa stai facendo...vedrai
Ci vuole tempo e impegno costante, più il pensiero punterà a discutere e mettersi in discussione e più andrai avanti.
Ci vuole il suo tempo, ma non è un'aspettativa, e una Crescita che stai facendo.. è una cosa diversa da quella che pensi.
Aspettare è una cosa, Crescere pensando riflettendo imparando e discriminando le parole (che non sono teoria), piano piano cresci, poi crescendo arrivano da sole le cose.. tu stesso le farai senza nemmeno capire che cosa stai facendo...vedrai
Eroe per Caso- Risvegliato
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Re: Il cimitero
Non è una semplice aspettativa , non sto con le mani in mano .
Sto applicando gli insegnamenti del Buddha , sto capendo moltissime cose e sopratutto ho fatto caso a molte miei azioni , che hanno solo lo scopo della soddisfazione.
Oggi mi sento più calmo e sereno del solito. Ma non è ne felicità ne infelicità.
Non so spiegartelo. Ma sicuramente tu capirai .
Sto anche cominciando a distinguere reale e non reale.
Sto abbandonando l'idea di un Sé corporeo , fatto di emozioni , sensazioni , di sensi. Eh no , questa volta non mi frega piu !
Sto applicando gli insegnamenti del Buddha , sto capendo moltissime cose e sopratutto ho fatto caso a molte miei azioni , che hanno solo lo scopo della soddisfazione.
Oggi mi sento più calmo e sereno del solito. Ma non è ne felicità ne infelicità.
Non so spiegartelo. Ma sicuramente tu capirai .
Sto anche cominciando a distinguere reale e non reale.
Sto abbandonando l'idea di un Sé corporeo , fatto di emozioni , sensazioni , di sensi. Eh no , questa volta non mi frega piu !
U F O- Guru
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Re: Il cimitero
Ma lo so che sei entrato nella Via Celeste.. lo so lo so
Ma non voglio tu ti crei ne attese ne aspettative o che vai di fretta come un "trenino".. eh.. capisci?
Lo so che riesci.
Ma non voglio tu ti crei ne attese ne aspettative o che vai di fretta come un "trenino".. eh.. capisci?
Lo so che riesci.
Eroe per Caso- Risvegliato
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Re: Il cimitero
Lo sai ?
Che bello !
La fretta l'ho messa da parte.
Ora ho fatto un pò di Yoga Nidra .. alla fine mi sono fatto una bella dormita
Non sono sfuggito dal sonno . Aimhè!
Che bello !
La fretta l'ho messa da parte.
Ora ho fatto un pò di Yoga Nidra .. alla fine mi sono fatto una bella dormita
Non sono sfuggito dal sonno . Aimhè!
U F O- Guru
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Re: Il cimitero
doppio cuscino ragazzo, e poi forte volontà prima di partire .. sennò
non c'è il Sonno di Vishnu ..ma la ronfa a ufo
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Colui che comprende creazione e dissoluzione, apparizione e scomparsa degli esseri, saggezza e ignoranza, deve essere chiamato Bhagavan. Le armi non fendono il Sé, il fuoco non lo brucia, non lo bagnano le acque ne lo secca il vento; Egli è detto il non manifesto, l'impensabile, immutabile, insondabile, impermeabile, non soggetto a Darma e Karma.
Lancillotto2013- Guru
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Re: Il cimitero
Le battute di Lanci .
Io non ronfo , al massimo dormo con la bocca aperta e sbavo un pochetto. Cosa da niente .
Doppio cuscino , appena ne trovo uno in piu in casa ci provo.
Io non ronfo , al massimo dormo con la bocca aperta e sbavo un pochetto. Cosa da niente .
Doppio cuscino , appena ne trovo uno in piu in casa ci provo.
U F O- Guru
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Re: Il cimitero
Lancillotto2013 ha scritto:Non so se è capitato anche a voi di andare al cimitero (), girare tra le tombe, sedervi da qualche parte, intendo su una panchina, e sentire una grande pace, un grande silenzio, un attimo di tranquillità in mezzo a odorose piante.. quelle pianticelle da cimitero che emettono quell'odorazione un po' acre, tipica dei giardinetti e viali cimiteriali.
un senso di pace, io vado a trovare i miei nonni, è un luogo che ti lascia emozione ma anche tranquillità
Selene- Intelligente
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Re: Il cimitero
A me piaceva molto andare al cimitero da ragazzina intorno a 12 anni uscivo da sola e passavo le ore davanti alla tomba di mio nonno, mi dava un senso di tranquillità, e in qualche modo me lo faceva sentire vicino, poi mi capitava di notte di sognare che le immagini dei defunti (quelli della mia famiglia in particolare) si animassero e mi dessero dei messaggi o mi facessero sentire il loro affetto per me.
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Impermanenti, mutevoli sono le formazioni
la loro natura è di sorgere e cessare
essendo sorte esse poi cessano
quando si fermano è una benedizione
la loro immobilità è una benedizione
Libera- Guru
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